
Coppa Volpi a Luca Marinelli, ricevuta personalmente dalle mani di Paolo Virzì e sua scoperta ai tempi di Tutti i santi giorni: l’attore protagonista di Martin Eden di Pietro Marcello ha accolto il premio ringraziando: “Pietro Marcello per l’onestà, la dedizione, il coraggio, da cui sono rimasto abbracciato. Ringrazio Napoli che s’è donata anima e corpo. Ho questo premio tra le mani grazie anche a Jack London e vorrei dedicarlo anche alla gente che è in mare a salvare il prossimo. Ero emozionato ancora prima di conoscere Marcello, perché ha un mondo potente che mi ha permesso di camminare davvero e ricevere il premio dalle mani di Paolo Virzì è stata un’emozione”. L’altro premio per il cinema italiano, il Premio Speciale Giuria, per La mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco, una coproduzione Istituto Luce Cinecittà, ricordata espressamente anche dal produttore Rean Mazzone: “Un grazie anche ai nostri coproduttori che ci hanno accompagnati in questi due anni di riprese. Spero il film possa essere visto anche oltre il festival e mi accodo al netto no a qualsiasi tipo di censura dei film, perché sono operazioni da parte dei poteri che non cedono a queste tentazioni, anche se non mi sto riferendo espressamente a questo film al momento. Franco è molto felice, ma soffre anche delle sue lavorazioni, per questo non è presente: non ci aspettavamo la selezione, quindi nemmeno il premio”.

“Il Premio al film di Franco Maresco va al suo linguaggio narrativo che non è fatto solo di scrittura ma di sapiente mescolanza di generi diversi: cinema della realtà, capacità drammaturgica di tenere alta l’attenzione del pubblico, uso sapiente di personaggi e situazioni apparentemente surreali. – commenta Roberto Cicutto presidente di Istituto Luce Cinecittà che distribuisce il film dal 12 settembre – Tutti elementi di Cinema che Luce-Cinecittà tiene in grande considerazione nel racconto della realtà italiana.
“Questo film è l’inevitabile seguito di Belluscone. Una storia siciliana, presentato a Venezia nel 2014 – spiega nelle note di regia Franco Maresco – Devo ammettere che non è stato per niente facile, cinque anni dopo, tornare a raccontare una storia con dentro, ancora una volta, i cantanti neomelodici e la mafia. La mia sensazione, però, è di essermi spinto oltre rispetto al film precedente. In un territorio in cui la distinzione tra bene e male, tra mafia e antimafia, si è azzerata e tutto, ormai, è precipitato in uno spettacolo senza fine e senza alcun senso”. E come il film di Maresco sia stato accolto e valutato dalla giuria di cui Paolo Virzì faceva parte, il regista toscano ha raccontato di avere spiegato ai giurati e alla presidente Lucrecia Martel chi fosse sia Franco Maresco, sia la drammatica storia dei giudici Falcone e Borsellino, “mi ha colpito quanto sia stato contagioso per la giuria. E alla fine non è stata la battaglia solitaria di un collega italiano per un collega del suo stesso Paese”.
Leone d’Oro a Joker di Todd Phillips, compiaciuto per “il pubblico che sembra aver capito quello che volevamo dire, sono sicuro che tutti abbiano capito quello che abbiamo cercato di fare, spero accada anche Oltreoceano. Abbiamo incontrato molte resistenze nel fare il film, per cui siamo orgogliosi”. La presidente commenta il Leone d’Oro: “Per Joker è notevole che un’industria come quella americana, preoccupata dagli affari, si sia presa il rischio di fare una film come questo, una riflessione sugli eroi e anti-eroi, in cui il nemico non è un uomo ma il sistema, è molto interessante per il mondo”. “E’ più di un cinecomic: c’è ferocia, senso di esclusione, solitudine e omaggi a un cinema non di supereroi, cito Taxi Driver, quindi è una lettera d’amore al cinema, oltre alle performance disumane, da Phonenix al nano. Ci hanno colpito la qualità artistica e il pensiero penetrante nello spirito del tempo”, dice Paolo Virzì, a cui sarebbe piaciuto un bel confronto sul podio tra Joaquin Phoenix e Luca Marinelli, se mai fosse stato possibile.
Leone d’Argento Gran Premio della Giuria a J’accuse di Roman Polanski, co-prodotto da Luca Barbareschi: “Un progetto da 23 milioni di euro questo mio terzo con Roman, un film importante per lui come per il pubblico. Il valore aggiunto è stata l’opportunità di usare i grandi attori della Comédie Française”.
Leone d’Argento Miglior Regia a Sull’infinito di Roy Andersson, poi Coppa Volpi femminile ad Ariane Ascaride per Gloria Mundi per cui la pesante Coppa: “E’ un premio che mi dà la possibilità di ritrovare le mie radici, sono figlia di migranti italiani, questo premio è per tutti quelli che dormono per l’eternità sul fondo del Mediterraneo. Quando si riceve un premio così si fluttua un po’ nell’aria. Una sensazione strana, che succede nel Paese dei miei nonni”.
Miglior Sceneggiatura a No.7 Cherry Lane di Yofan che racconta di aver “realizzato il film in 7 anni: ora ne ho 72 e ho meno energia, e per girare devo aver qualcosa dal cuore da dire e che abbia influenza sulle altre persone. Prenderò una pausa per vedere se ho ancora qualcosa da raccontare. Ho potuto dire qui a Venezia cose che ad Hong Kong non avrei potuto dire perché considerate inappropriate”.
Infine premio al più giovane del palmarès, il Mastroianni all’attore emergente Toby Wallace per Babyteeth, entusiasta di essere seduto in mezzo a nomi e artisti per lui grandissimi. Al Sindaco del rione Sanità di Mario Martone Premio Francesco Pasinetti e Premio Leoncino d’Oro.

In Venezia Orizzonti A Sole di Carlo Sironi Premio FEDIC (Federazione italiana dei Cineclub), a Nevia di Nunzia De Stefano Menzione speciale FEDIC e Premio Lizzani, entrambi i film sono stati realizzati con il sostegno della direzione generale Cinema, a Supereroi senza superpoteri di Beatrice Baldacci Menzione speciale FEDIC per il miglior Cortometraggio, un commosso omaggio alla madre, una madre forte presente e affettuosa, da parte della figlia attraverso immagini videoamatoriali appartenenti alla famiglia dell’autrice. Un film che si segue con piacere e appassiona. Ulteriori info sui premi nel sito internet: www.labiennale.org