
In piena emergenza coronavirus, ritrovarsi a Roma a girare un produzione italo/cinese non era certo impresa facile. Tuttavia “siamo riusciti a gestire bene la situazione. Prima guardavano i cinesi della troupe come appestati, poi le parti si sono capovolte, ma grazie alla collaborazione di tutti ce l’abbiamo fatta”, spiega, il giorno prima dell’ultimo ciak, Roberta Manfredi (coproduttrice per l’Italia del progetto insieme a Alberto Simone, anche cosceneggiatore, e Cristiano Bortone con Rai Cinema) parlando di The Italian Recipe, la commedia romantica della cineasta Zuxin Hou che dovrebbe arrivare nelle sale cinesi entro fine 2020 e poco dopo nelle sale italiane. Gli attori e le maestranze cinesi erano arrivati in Italia a gennaio, prima dello scoppio dell’epidemia di Wuhan, “e hanno lavorato con grande armonia insieme agli italiani”, spiegano i realizzatori. Fra i grandi professionisti nella troupe Vladan Radovic (direttore della fotografia), Tonino Zera e Luca Servino (scenografia), Santi Pulvirenti (musica), Sabrina Beretta (costumi). Il film racconta l’incontro a Roma tra un giovane e famoso cantante pop cinese, Peng (Liu Xun), arrivato in Italia per partecipare a un reality show, e la giovane coetanea Mandy (Huang Yao), che aiuta gli zii nella modesta lavanderia di famiglia e sogna di diventare chef (ha come ideale Antonino Cannavacciuolo). I due che inizialmente non si sopportano, iniziano realmente a conoscersi, quando sono costretti a trascorrere insieme una notte piena di sorprese nella capitale. “Volevamo creare un film che potesse accedere a quello che è il più grande mercato cinematografico del mondo. Il tema principale della storia è la ricerca di se stessi – spiega Simone -. Con la giovane regista c’è stata una bellissima collaborazione”. Ovviamente “siamo contenti di essere riusciti a finire le riprese, anche perché tra qualche settimana potrebbero anche essere interrotte le lavorazioni, viste le misure precauzionali che sono state decise – continua Simone -. Noi abbiamo avuto una troupe tecnica e artistica italiana e cinese, per un totale di 80 persone. Ci sono stati dei disagi, come il dover cancellare le riprese in Cina, ma con la buona volontà abbiamo risolto tutto. Un piccolo sacrificio per i cinesi nella troupe è stato, per prudenza, limitare le gite nel tempo libero per l’Italia. Non volevano rischiare di ammalarsi. Hanno creato qui una piccola comunità e noi li abbiamo supportati in ogni modo”