SAMAD di Marco Santarelli

Il film che affronta la libertà di scelta a partire dal tema religioso
Reduce dalla direzione dei documentari Milleunanotte (2011) e Dustur (2015) che raccontavano il carcere e le storie dei detenuti, il regista Marco Santarelli torna per dirigere il suo terzo lungometraggio. L’idea nasce proprio sul set del suo precedente lavoro. Il nuovo film si chiama Samad. Prodotto da The film Club e Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura, Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e il sostegno di Emilia-Romagna Film Commission, narra la storia di un ex detenuto che torna in prigione per raccontare la sua nuova vita lontana dal crimine, ma qualcosa va storto e per restare vivo è costretto a giocare una partita molto pericolosa.
A dare corpo, voce e anima ai personaggi principali del film sono attori non professionisti. Il cast si compone principalmente di attori italiani e stranieri. Ragazzi e ragazze che si sono formati nei laboratori del collettivo bolognese “Cantieri Meticci”, una realtà innovativa nel panorama teatrale locale e nazionale, ma anche ex detenuti magrebini residenti sul territorio dell’Emilia Romagna, che durante gli anni di reclusione o una volta fuori, hanno iniziato un percorso teatrale.
Samad è un giovane ex detenuto marocchino che lavora come giardiniere. Dopo una vita costellata di sbagli e di spaccio di stupefacenti, ha già pagato i suoi errori col carcere. Da quando è uscito, vive con sua sorella Fatima, una giovane musulmana molto religiosa. All’interno del carcere, Samad aveva stretto amicizia con Padre Agostino, un monaco cattolico che tiene corsi extrascolastici con detenuti musulmani. Un giorno, Samad viene invitato da Padre Agostino a tornare in carcere per partecipare a un incontro con i suoi ex compagni, perché crede che possa essere d’ispirazione per loro. Inizia così un percorso di riflessione interiore del protagonista, il quale vive una profonda crisi religiosa. Sua madre era cristiana ed è morta quando lui era in carcere, per questo non gli basta avere un lavoro onesto ed essersi tirato fuori dalle cattive amicizie per stare in pace con la memoria del genitore e con sé stesso. Sua sorella, invece, fermamente musulmana, è molto preoccupata per questo allontanamento dai pilastri dell’Islam e non è d’accordo con l’incontro di suo fratello con Padre Agostino. Nonostante questo, Samad accetta l’invito per non deludere il monaco cattolico e torna in carcere. Ironia della sorte, proprio durante l’incontro, i detenuti fanno scoppiare una rissa, barricandosi per protesta nella biblioteca del carcere. A questo punto, Samad sarà costretto a confrontarsi con la sua identità e a scegliere da che parte stare, se essere musulmano o cristiano, complice oppure ostaggio.
Samad è una storia che affronta la tematica della libertà di scelta a partire dal tema religioso, toccando i nervi scoperti della nostra identità e muovendosi in tutte quelle zone d’ombra fatte di stereotipi, luoghi comuni che alimentano il fondamentalismo religioso per arrivare, nel finale del film, a interrogarsi su quanto oggi siamo realmente liberi di scegliere nelle/delle nostre vite.
L’ALTRA VIA di Saverio Cappiello

Una storia di amicizia e passione ambientata nel capoluogo calabro.
Sono partite da qualche settimana le riprese del film “L’ Altra Via” opera prima del regista Saverio Cappiello, che tra il 2018 e 2019 ha realizzato il cortometraggio Mia Sorella con cui ha vinto il Premio del Pubblico nel concorso internazionale del Milano Film Festival 2019 e ricevuto la nomination ai David di Donatello 2020.
Il film, prodotto da Verso Features e Picture Show, con il contributo del Ministero della Cultura, Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e il sostegno di Fondazione Calabria Film Commission, è ambientato e girato in Calabria, precisamente nei quartieri del capoluogo calabro di Catanzaro. Racconta apparentemente una storia molto locale: con volti, personaggi, luoghi e paesaggi tipici del sud dell’Italia, ma la vicenda narrata in realtà potrebbe accadere ovunque nel mondo. È un film senza tempo e senza luogo caratterizzato da una forte tensione drammatica, parla di grandi sentimenti e per lo spettatore si rivela essere un vero viaggio emotivo.
L’ Altra Via è la storia di un’amicizia sullo sfondo degli anni ’90, nelle settimane che precedono l’inizio dei mondiali di calcio. Fausto Verginelli interpreta Andrea Viscomi, un calciatore, capitano della squadra locale del Collidoro, della serie C, che stringerà un forte legame con Marcello, un ragazzo calabrese adolescente, che sogna di diventare un calciatore e vive nel quartiere popolare dell’Aranceto insieme a sua mamma Tereza. Il giovane è interpretato da Giuseppe Pacenza alla sua prima prova cinematografica, mentre Vera Dragone recita nei panni della madre. È un film che affronta temi universali come l’infanzia, il calcio e le passioni. Si tratta di un percorso sentimentale in cui lo spettatore assiste alla nascita e alla crescita del rapporto di amicizia tra i due protagonisti maschili, che segnerà le loro vite per sempre. È un legame che riaccende nel ragazzo il desiderio di una figura paterna mai avuta e nel calciatore una spensieratezza ormai dimenticata.