
Strappare lungo i bordi, la serie animata in sei episodi ideata da Zerocalcare in programmazione su Netflix, inquadra, fin dai primi fotogrammi, l’universo in cui è cresciuto il fumettista, quello dei palazzi di Rebibbia e del quartiere Ponte Mammolo nella periferia est di Roma. Il Colosseo, il Circo Massimo e i Fori imperiali, ovvero la Roma più turistica, il più delle volte vengono lasciati intuire dai nomi delle fermate della metropolitana cittadina.
Con estrema ironia e il sarcasmo che contraddistingue tutti i suoi lavori, Zero si racconta in prima persona, dal periodo delle medie, quando proprio nell’ambiente scolastico iniziano a vacillare le sue certezze, fino alla soglia dei trent’anni, disegnando, di fatto, la storia della generazione nata negli anni Ottanta, e di una vita spesso fatta di precarietà, solitudine, inadeguatezza, insicurezza. Nel mezzo ci sono i turbinii e gli amori adolescenziali, la ricerca del lavoro, l’amicizia con Alice, che è anche il legame di una vita, ed un viaggio verso Biella che Zero e i suoi amici di sempre Sarah e Secco non avrebbero mai voluto fare.
L’onnipresente Armadillo, che rappresenta la sua coscienza, è lì a ricordargli, con la voce di Valerio Mastandrea, il motivo di quel viaggio.
Prodotta da Movimenti Production in collaborazione con Bao Publishing Strappare lungo i bordi è nata a Firenze nello studio Doghead Animation, società milanese che si occupa di cinema d’animazione, che ha sede presso la Manifattura Tabacchi ed ha richiesto un team di 100 persone che ha lavorato in smart working durante il lockdown. (a cura di Monica Sardelli per Italy for movies)