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Segnalazioni



Foto di Mastroianni

A New York dal 1° dicembre al 12 gennaio, presso The Roy and Niuta Titus Theaters, Cinecittà e Museum of Modern Art presentano la retrospettiva completa dedicata a Federico Fellini, il più noto e amato dei registi italiani nel mondo e particolarmente in America, che include i restauri digitali in 4K di ventuno lungometraggi e tre cortometraggi. La retrospettiva prende il via con l’opera semi-autobiografica del 1953 I Vitelloni e la prima americana della versione restaurata in 4K da Cinecittà, a partire dal negativo originale, de La strada (1954), pellicola che affermò Fellini sulla scena internazionale, vincitrice del primo Premio Oscar per il miglior film straniero. La retrospettiva Federico Fellini è organizzata da La Frances Hui, del Dipartimento Cinema del MoMA, e da Camilla Cormanni e Paola Ruggiero di Cinecittà. “Non c’è tributo migliore a un titano del cinema come Fellini di una  retrospettiva completa di tutti i suoi film completamente restaurati in 4K”, sottolinea La Frances Hui. “Al pubblico, soprattutto più giovane, che non aveva avuto la possibilità di vedere l’opera completa, sarà data l’opportunità di guardare i suoi film per la prima volta sul grande schermo”. “Siamo onorati di presentare la retrospettiva insieme a Cinecittà – continua – l’iconico studio romano dove sono stati girati la maggior parte dei film di Fellini. Nel corso di molti decenni le sue visioni peculiari si sono realizzate sui teatri di posa di Cinecittà, ed è un privilegio celebrare questa relazione qui al MoMA”. La retrospettiva fa parte di Fellini 100, il programma di celebrazioni per il centenario di Federico Fellini (1920–1993); tutte le pellicole sono state restaurate in digitale da Cinecittà, Cineteca di Bologna, e Cineteca Nazionale, ad eccezione di Le notti di Cabiria e Lo sceicco bianco, restaurati da Rialto Pictures. QUI il programma completo della retrospettiva al MoMA.

Una rassegna per raccontare esperienze e percorsi artistici che riscoprono il footage cinematografico e offrono nuovi spunti di riflessione e consapevolezza a chi si interroga sul ruolo della memoria e degli archivi nella cultura contemporanea. Questo è UnArchive – Found Footage Fest in programma a Roma per 6 giorni, dal 14 al 19 dicembre, al Live Alcazar (Trastevere, Roma). Non solo cortometraggi e lungometraggi a base d’archivio, ma anche live performance artistiche e audiovisive, nel segno della manipolazione e risignificazione dei materiali e dell’ibridazione dei linguaggi del cinema, della musica, del teatro. Tra le opere presentate nel corso delle 6 giornate del Festival- 9 cortometraggi, 7 lungometraggi e 5 live performance – molte anteprime nazionali o cittadine e alcune anteprime assolute. Un programma che prevede tre slot quotidiani di programmazione: UnArchive_Short, UnArchive_Long, UnArchive_Live costellati da incontri con gli autori e presentazioni. Tra gli ospiti in calendario, il regista Marco Bellocchio, i musicisti Danilo Rea, Enzo Pietropaoli e Fabrizio Sferra, i performer di Artistico Collettivo e numerosi giovani videomaker che hanno fatto della “de-archiviazione” creativa e sperimentazione una costante nella produzione delle proprie opere audiovisive. La selezione delle opere in programma è a cura di Marco Bertozzi, Giacomo Ravesi, Luca Ricciardi, Chiara Rigione. Il Festival è parte della piattaforma UnArchive (termine mutuato dal linguaggio informatico, letteralmente “de-archiviare”), che accomuna le diverse iniziative promosse dalla Fondazione AAMOD volte al riuso del cinema d’archivio, inteso non solo come documento storico (secondo l’interpretazione più diffusa del cosiddetto “repertorio”) ma anche come materia cinematografica viva, capace di produrre significati nuovi e diversi da quelli originari.  Della “famiglia” UnArchive fanno già parte il “Premio Zavattini”, workshop di formazione e produzione di cortometraggi a base di riuso d’archivio, e la residenza artistica per filmmaker e compositori “Suoni e Visioni”. Unarchive Found Footage Fest promosso dall’Aperossa, è prodotto dalla Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, con il contributo del Ministero Italiano della Cultura (MIC) e con il sostegno di Euroma2 Cultural Experience. Il programma in dettaglio sarà disponibile nei prossimi giorni sul sito ufficiale della manifestazione.

Benedetto Habib come presidente ANICA 

La prima assemblea dell’Unione Produttori di ANICA ha eletto Benedetto Habib come presidente. Il presidente ANICA Francesco Rutelli ha così commentato: “Ci tengo a dire che l’Unione Produttori – che sarà guidata da Benedetto Habib con le sue notevoli capacità – ha compiti estremamente importanti davanti a sé e sono fiducioso che con creatività e determinazione e soprattutto con gioco di squadra si riesca a proseguire l’ottimo lavoro svolto da Francesca Cima, presidente uscente, con il massimo coinvolgimento di tutti, ripercorrendo l’esperienza dei gruppi di lavoro interni che hanno prodotto ottimi risultati grazie proprio alla collaborazione efficace”. Francesca Cima ha dichiarato: “Grande emozione nel lasciare un incarico che mi ha stimolato e insegnato tanto grazie anche al supporto dei due presidenti ANICA con i quali ho collaborato, Riccardo Tozzi e Francesco Rutelli.  In questi otto anni di incarico ho cercato di rappresentare al meglio la voce dei produttori indipendenti. Il mio compito e il mio lavoro in ANICA, agevolato dai gruppi di lavoro – e svolto di pari passo con l’ingresso della nuova legge Cinema, che ha ridato slancio al settore della produzione audiovisiva – ha dimostrato quanto il valore e l’autonomia della produzione indipendente, a maggior ragione in questo periodo di forti mutamenti nel mercato, sia importante e fondamentale per il mantenimento della diversità culturale e del rafforzamento industriale. Dopo tanti anni, mi sembra giusto lasciare il testimone, senza per questo interrompere l’impegno e il sostegno all’ANICA, a Benedetto Habib a cui auguro buon lavoro”.  Il neopresidente Habib, ringraziando Cima, “con cui ho collaborato in questi anni e che ha impostato un metodo di lavoro che voglio proseguire”, ha esordito facendo notare che “il dato molto alto della partecipazione al voto è un segnale molto importante riferito all’associazione, a partire dal ruolo che l’Unione Produttori ha avuto in questo periodo di emergenza per rendere il lavoro più sicuro durante la pandemia. ANICA in primis si è dimostrata un porto sicuro, con una serie di iniziative che ci hanno permesso di superare l’emergenza”. Tra i temi da trattare i contributi al settore, importanti ma da stabilizzare, semplificare e, possibilmente, riarticolare facendo attenzione non solo al prodotto ma anche alle aziende. Altro tema la valorizzazione della filiera, in un periodo complicato per la sala, con la sicurezza però che il consumo dei film si è mantenuto alto nei nuovi modelli di sfruttamento. E ancora il rapporto con la politica, il rapporto con il servizio pubblico la tutela della produzione indipendente; l’internazionalizzazione – per affrontare le sfide di un mercato sempre più globale; la formazione, per accrescere le competenze dei professionisti dell’intero comparto audiovisivo nazionale. 

Il Consiglio regionale della Regione Piemonte ha nominato Beatrice Borgia, Bartolomeo Corsini ed Elisa Giordano componenti del Consiglio di amministrazione di Torino Piemonte FC, mentre la Città di Torino ha nominato Giulia Anastasia Carluccio e Tatiana Mazali. Gli organi della Fondazione resteranno in carica per quattro esercizi, fino alla data di approvazione del bilancio consuntivo dell’ultimo esercizio della loro carica. La carica di presidente della Fondazione Film Commission Torino Piemonte è stata assegnata a Beatrice Borgia e quella di vicepresidente a Giulia Anastasia Carluccio. Nella medesima sede è stato presentato il nuovo Collegio dei Revisori, all’interno del quale la Dott.ssa Maria Carmela Scandizzo subentra a partire dalla data odierna al Dott. Franco Omegna. Il CdA ha inoltre riconfermato Paolo Manera nel ruolo di direttore della Fondazione. Il consiglio e lo staff di Film Commission Torino ringraziano i membri uscenti Paolo Damilano, presidente del CdA per due mandati, e Domenico De Gaetano, a chiusura del mandato di vicepresidente, insieme alla consigliera Fabiana Cutrano e alle assessore Francesca Leon e Vittoria Poggio, per il grande lavoro svolto, e per la professionalità, impegno e la costante dedizione nei confronti della Fondazione. Beatrice Borgia ha dichiarato: “Credo possa esserci grande valore nell’abbinare le eccezionali competenze presenti nella struttura, che ho già avuto modo di conoscere parzialmente, con la mia esperienza manageriale con profilo internazionale, e metterle al servizio di una istituzione tra le più innovative e strategiche per il settore e il territorio, con la prospettiva di farla crescere insieme sempre più solida nel segno dell’internazionalità, della qualità e della responsabilità sociale e ambientale”. Beatrice Borgia è laureata in Biotecnologie Industriali tra l’Università di Torino e l’Imperial College di Londra, titolare di un Ph.D. in Ingegneria Genetica conseguito al Politecnico federale di Zurigo, e un successivo Executive MBA in Business Administration presso ESCP Business School di Parigi, vanta un’esperienza decennale internazionale a guida del Marketing Strategico presso realtà multinazionali operanti in ambito MedTech ed una solida conoscenza del mondo delle startup, da cui deriva una capacità di creare legami tra opportunità tecnologiche, progettualità innovative, realtà istituzionali abilitanti e contesto economico. Continua a svolgere l’attività di mentoring e advisor per alcune realtà consulenziali a supporto del tessuto imprenditoriale nazionale e internazionale. Da sempre interessata al mondo dell’innovazione ed alla creazione di valore è attualmente Chief Corporate Development Officer di Teoresi, azienda torinese con presenza internazionale operante nel settore di servizi d’ingegneria tecnologica e digitale con il compito di indirizzare e coordinare attività strategiche dello sviluppo del gruppo.

Nasce Mymovies one, il primo abbonamento all inclusive per lo streaming dei grandi festival italiani. Una nuova formula per l’accesso ai festival online e alle piattaforme streaming di cinema con un unico abbonamento. Mymovies one debutta online con la sala web del 39° Torino Film Festival. Una ricca selezione di film è disponibile in streaming fino al 4 dicembre.

Logo Rete degli Spettatori

Fino al 20 dicembre si tiene la rassegna ‘A tutto schermo’ promossa da ‘La rete degli spettatori’, che coinvolge i cinema di Roma, Milano, Torino, Brescia, Padova, Modena, Pisa, Tivoli e La Spezia con una selezione, in questo caso esclusivamente documentaristica, operata dai registi Fabrizio Grosoli e Valerio Jalongo, dal produttore Lorenzo Dionisi e dai giornalisti Emanuele Rauco e Paola Casella. Jalongo, in conferenza, spiega il tema dell’iniziativa: “Il clima è dominato da piattaforme potenti e algoritmi performanti ma noi vogliamo rafforzare un circuito di sale e persone di buona volontà che vogliono mantenere un lavoro sulla qualità al di là delle sponsorizzazioni di grandi o piccoli distributori. La pandemia non ha fatto bene alle sale: quando erano chiude potevano contare sulle sovvenzioni, oggi si trovano vessate dalle distribuzioni forti e sempre meno libere di programmare. Il senso del nostro lavoro è dare visibilità e difendere il concetto di qualità. In un momento come questo credo che il documentario italiano abbia dimostrato forza, vitalità e originalità, che abbiamo premiato nelle ultime due selezioni, quasi esclusivamente di documentari”. Dei film parla Rauco “Abbiamo dato l’esclusiva ai documentari, perché ci siamo resi conto che il doc proprio per la sua presa sul reale e per il genere e la modalità produttiva è più capace di adattarsi alle difficoltà, e per questo ha dato frutti particolarmente ricchi. Quest’anno abbiamo avuto il sentore che era necessario aprire le nostre frontiere. Siamo alla decima edizione quest’anno, abbiamo sempre selezionato film poco visti o poco distribuiti, per dargli la possibilità di essere visti dagli spettatori. Ci siamo concentrati sul documentario per questioni artistiche, politiche e culturali. La pandemia come evento non conosce confini, è uno stagno culturale. I film non raccontano solo storie culturali ma si concentrano sul dettaglio anche per aprire finestre sul mondo”. 

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