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Libri e Riviste



Pierfrancesco Favino. Gli occhi della storia di Fabio Ferzetti e Federico Pommier Vincelli

Pierfrancesco Favino in foto
Pierfrancesco Favino in foto

È in arrivo il primo libro su Pierfrancesco Favino. Il volume, a cura di Fabio Ferzetti e Federico Pommier Vincelli, s’intitola “Pierfrancesco Favino. Gli occhi della storia” e contiene saggi critici, testimonianze e approfondimenti inediti sull’attore. Sarà pubblicato nella collana editoriale di MoliseCinema, edita da Cosmo Iannone Editore, e presentato in occasione della 18a edizione del Festival, che si svolgerà dal 4 al 9 agosto 2020 a Casacalenda, in provincia di Campobasso.Attore dell’anno, fresco del David di Donatello per la sua interpretazione ne Il traditore di Marco Bellocchio, Favino è appena stato nominato tra i nuovi membri degli Academy Award, la prestigiosa giuria degli Oscar. Il libro ne ripercorre la carriera attraverso 11 saggi critici e le testimonianze di registi e colleghi. Tra queste un testo di Marco Tullio Giordana e interviste a Marco Bellocchio, Giuliano Montaldo, Ferzan Ozpetek, Kasia Smutniak e Maria Sole Tognazzi. Gli 11 saggi, che analizzano la vasta filmografia dell’attore, sono firmati da: Pedro Armocida, Elisa Battistini, Matteo Brighenti, Daniele Brogi, Francesco Castelnuovo, Alberto Crespi, Federico Gironi, Federico Pedroni, Federico Pontiggia, Ilaria Ravarino, Ermanno Taviani. Il volume è completato da un’ampia e appassionante conversazione con i curatori in cui lo stesso Favino racconta se stesso e la sua idea di cinema, con ricordi, aneddoti, retroscena sui film interpretati e riflessioni sul ruolo dell’attore, sul rapporto con i registi, sulla storia italiana raccontata attraverso le sue interpretazioni. Dopo il libro su Elio Germano e quello su Alba Rohrwacher, Molisecinema continua a esplorare il mondo degli attori, con un viaggio attraverso la carriera di uno tra più talentuosi, eclettici e versatili interpreti del cinema italiano.In un anno complesso come questo, a causa della pandemia, MoliseCinema si svolgerà in forma ibrida in parte live, in parte on line. Diretto da Federico Pommier Vincelli, il Festival rientra è organizzato dall’Associazione MoliseCinema. Promosso da Regione Molise e Comune di Casacalenda, ha il patrocinio e il contributo della Direzione Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

The Horror Piccion Show firmato dal cartoonist Mauro Antonini

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Esce per Weird Book il volume brossurato ‘The Horror Piccion Show’ firmato dal cartoonist Mauro Antonini, che già da parecchi anni porta avanti attraverso i suoi spazi online le simpatiche avventure di Piccion, un fumettistico uccellino tondo che ha il potere di trasportarsi nelle scene salienti dei film più amati e noti al pubblico, dal classico al contemporaneo. Il “Piccion viaggiatore”, e così il suo autore, approdano finalmente su carta, con una divertentissima serie di gag colorate e poetiche – tutte rigorosamente ‘mute’ – che ci fanno rivivere la settima arte con occhi diversi. Questo volume in particolare, in linea con le altre produzioni Weird, si concentra nello specifico sul genere ‘horror’, ma non per questo si tratta di un libro spaventoso. Anzi, lo stile ‘cartoony’ di Antonini e il suo spiccato gusto per il surreale, oltre che la sua evidente cultura cinematografica – è stato per anni redattore di ‘SegnoCinema’ – lo rendono leggero, divertente e perfino adatto a un pubblico ‘giovane’. Antonini è anche un grande fruitore di cinema e lo ha studiato anche da un punto di vista teorico, e questo traspare molto nel suo modo di comunicare il media: “Solitamente faccio sempre riferimento a come la conoscenza “tecnica” del cinema e del teatro concorra alla creazione dei miei fumetti di struttura classica (il setting come la scena, la vignetta come l’inquadratura e via dicendo) ma non tengo mai conto di quanto l’aspetto “teorico” possa influenzare Piccioncinema che è un lavoro di estrema sintesi dove il riferimento a un film dev’essere racchiuso immediatamente in una singola immagine che sia significante, comprensiva e comprensibile al tempo stesso. Probabilmente l’approcciare il cinema a livello teorico ed estetico (da sempre i due aspetti che prediligo del medium) può aiutare in tal senso, ma è tutto a livello inconscio. Considero Piccioncinema una serie poetica. C’è molto cuore, e poca testa. Piccion non è critico, non guarda i film, non li giudica, non li analizza, li vive. E vivendoli li modifica, li rende propri, parte della sua esperienza. Credo sia un qualcosa che facciamo tutti quando guardiamo un film, o meglio che abbiamo fatto quando eravamo spettatori puri, completante “sensoriali”, senza sovrastrutture mentali, analitiche o critiche”

‘Ciak si scala!’: in un libro il cinema d’alpinismo

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Dal primo film di alpinismo, Cervino 1901, uscito nei primi anni del “secolo breve”, al cinema digitale del nuovo millennio, passando per centinaia di film a soggetto, riprese di documentazione e pellicole di animazione in un arco di tempo di centoventi anni, tanti quanti ne conta la filmografia, che ha avuto tra i protagonisti le montagne e l’arte di scalarle fin dalle origini.

‘Ciak, si scala! Storia del film di alpinismo e di arrampicata’ del giornalista Roberto Mantovani, ripercorre tutta la lunga storia del cinema di alpinismo soffermandosi sui suoi capitoli più significativi e allargando lo sguardo anche oltre le Alpi (dove questi film sono nati), per abbracciare le montagne del mondo intero: dall’Europa orientale alle Americhe, dalla Russia all’Australia e alla Nuova Zelanda.Edito dal Club alpino italiano (con la collaborazione del Centro operativo editoriale e del Centro di cinematografia e cineteca del Cai, dell’International Alliance for Mountain Film e del Museo Nazionale della Montagna di Torino), il libro di Mantovani è la prima pubblicazione sulla storia di un genere cinematografico mai riconosciuto ufficialmente tale né dalla critica, né dalla produzione, ma amatissimo dagli appassionati del mondo delle altezze. L’opera è basata su una ricerca condotta su archivi pubblici e privati, primi fra tutti i patrimoni storici d’eccezione della Cineteca centrale del Cai e della Cineteca storica e Videoteca del Museo della Montagna, oltre che sulle rassegne dei titoli presentati nel corso degli anni nei film festival specializzati, e può essere vista non solo come la storia del cinema di alpinismo, ma anche come la storia dell’alpinismo attraverso il cinema. Elementi come la sfida, l’avventura, le cime e i ghiacciai, la ricerca individuale, gli orgogli nazionali, le cordate, la conquista dell’inutile, la fatica condivisa, il gesto atletico e le attrezzature sono stati infatti tutti immortalati, di volta in volta, dalle pellicole o dai moderni strumenti digitali. Le immagini dei manifesti e le foto di scena che corredano i testi sono stati selezionati tra i circa 8000 beni del Fondo Documentazione Cinema delle Raccolte iconografiche del museo.«Con i racconti cinematografici che riprende nel loro succedersi nel tempo, Roberto Mantovani, oltre ad aver colmato un vuoto editoriale a favore degli amanti della cinematografia e della montagna, ha saputo confermare la dignità storica dell’alpinismo, oggi riconosciuto Patrimonio culturale immateriale dall’Unesco, e, con esso, quella degli alpinisti di ogni epoca», scrive il Presidente generale del Cai Vincenzo Torti nelle pagine iniziali del volume.Presenti, in apertura del volume, anche contributi a firma di Valentino Castellani e Daniela Berta (rispettivamente Presidente e Direttore del Museo Nazionale ella Montagna), di Javier Barayazarra e Marco Ribetti (rispettivamente Presidente e Coordinatore dell’International Alliance for Mountain Film) e dell’alpinista Kurt Diemberger, cineoperatore e documentarista d’alta quota. Ciak, si scala! Storia del film di alpinismo e di arrampicata (formato 205 x 260 mm, 252 pagine) è acquistabile nelle librerie specializzate e on line su store.cai.it a un prezzo di 39,90 euro (34 euro per i Soci Cai, 30 per le Sezioni). Chi acquisterà il libro on line riceverà in omaggio anche la versione e-book. Su store.cai.it è disponibile anche il volume tradotto in’ inglese.

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COME RACCONTA IL LAVORO IL CINEMA ITALIANO?
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8½ n.63 luglio 2022

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