Fino al 20 gennaio 2019 sarà aperta, al Palazzo delle Esposizioni di Roma (via Nazionale 194) la mostra “Piero Tosi. Esercizi sulla bellezza. Gli anni del CSC, 1988-2016“, promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale e dall’Azienda Speciale Palaexpo, e organizzata dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale presieduto da Felice Laudadio, in collaborazione con la Festa del Cinema di Roma. La mostra è curata da Stefano Iachetti con Giovanna Arena, Virginia Gentili e Carlo Rescigno, e documenta il lavoro del grande artista presso la scuola di cinema di via Tuscolana, nella quale è stato docente per quasi trent’anni. Piero Tosi, nato a Sesto Fiorentino nel 1927, è il più grande creatore di costumi nella storia del cinema italiano ed è un artista che ha ispirato costumisti, attori e cineasti di tutto il mondo. Trasferitosi a Roma giovanissimo sulla spinta dell’amico Franco Zeffirelli, ha stabilito fin dagli anni ’50 un ferreo sodalizio creativo con Luchino Visconti, per il quale ha creato i costumi di Senso, Rocco e i suoi fratelli, Il Gattopardo, Morte a Venezia e di tanti altri capolavori. Tosi ha lavorato assiduamente anche con Mauro Bolognini e con il citato Zeffirelli, e nel corso di una lunga carriera ha collaborato con Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini, Lina Wertmüller, Liliana Cavani, Gianni Amelio e tantissimi altri registi del cinema italiano.
Nel 1988, chiamato da Lina Wertmüller, ha iniziato l’attività di docente di Costume presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. In quasi trent’anni di insegnamento, Tosi ha creato un modulo didattico originale e seminale: i seminari di costume, trucco e acconciatura, ciascuno dedicato a un preciso momento storico della moda e della cultura italiana. Partendo dal Rinascimento e arrivando fino al Novecento, Tosi ha realizzato – con il decisivo apporto di collaboratori illustri, a cominciare da Luca Costigliolo e dalla Sartoria Tirelli – una serie di costumi “d’epoca” che, aggiunti a un prezioso lavoro sul trucco e sulla pettinatura, hanno creato veri e propri “personaggi” incarnati, di volta in volta, dagli allievi e soprattutto dalle allieve dei corsi di Recitazione. Nei seminari di Tosi hanno lavorato allieve del Csc poi divenute famose, come Carolina Crescentini, Paola Minaccioni, Claudia Zanella, Alba Rohrwacher e tante altre.
La mostra documenta questo lavoro esponendo materiale inedito, costumi ai quali Piero Tosi ha potuto lavorare avendo a disposizione un tempo dilatato rispetto ai ritmi più stringenti del set, estrapolando degli esempi “ideali” delle epoche realizzate. Per questo motivo spesso ha dichiarato di considerare quello al Centro Sperimentale il momento più felice della sua carriera, cosa assai particolare e quasi difficile da credere. Nell’esporre il suo lavoro al Centro Sperimentale i curatori hanno cercato di riportare fedelmente le fasi di realizzazione dei capi, tentando di restituire al pubblico il grande insegnamento del maestro, volto a enucleare l’essenza della forma grazie a una semplicità possibile solo attraverso una profonda conoscenza. La mostra ospita anche quattro abiti di allievi di Costume – tutti diplomati al Csc con Tosi – che oggi proseguono una tradizione di eccellenza del cinema italiano anche a livello internazionale: Daniela Ciancio, Massimo Cantini Parrini, Andrea Cavalletto e Andrea Sorrentino.
Durante la mostra, la sala cinematografica del Palazzo delle Esposizioni ospiterà una rassegna di film – tutti in pellicola 35 mm e provenienti dagli archivi di CSC – Cineteca Nazionale – che Piero Tosi ha arricchito con il proprio lavoro e il proprio talento. La rassegna si intitola Il Senso del cinema e il primo film, il 24 ottobre, sarà proprio Senso di Luchino Visconti. Seguiranno Bellissima, Il padrone sono me, Le notti bianche e tanti altri titoli. Le proiezioni saranno sempre alle 21 a ingresso gratuito.
Per l’occasione il Centro Sperimentale di Cinematografia e Edizioni Sabinae propongono al pubblico due prestigiose pubblicazioni: il volume Esercizi sulla bellezza curato da Stefano Iachetti, che in una serie di stupende fotografie ricostruisce il lavoro di Tosi, degli allievi del Csc e di tutti i suoi collaboratori nel corso dei seminari; e un numero speciale della rivista «Bianco e nero» dedicato all’attività di Tosi in campo cinematografico, con scritti e testimonianze di Claudia Cardinale, Gabriella Pescucci, Maurizio Millenotti, Gianni Amelio, Ottavia Piccolo, Massimo Ranieri, Rita Pavone, Liliana Cavani e molti altri. Ulteriori info nel sito internet: www.fondazionecsc.it
Le immagini dell’epoca, provenienti da straordinari archivi, rappresentano un ritratto collettivo dell’Italia con le sue speranze, le sue conquiste, i suoi progressi, senza nascondere i molti problemi irrisolti, le ingiustizie, le disuguaglianze: Il sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre, 1946-1961, è il titolo del catalogo, pubblicato da Silvana Editoriale e Istituto Luce Cinecittà che accompagna la accompagna l’omonima Mostra suddivisa in 10 sezioni tematiche che sviluppano un affascinante “doppio sguardo” con oltre ai 160 scatti fotografici.
Era il 1962, erano Dino Risi alla regia, Scola e Maccari alla sceneggiatura, Gassman e Trintignant in scena con Catherine Spaak, per Il sorpasso, film culto della nostra storia del cinema, la cui eco non si rintraccia solo nella società italiana: il film è tutt’oggi considerato uno dei caposaldi dell’intera cinematografia mondiale.
La Mostra usa fotografie, videoinstallazioni e immagini documentarie per raccontare oggi la faticosa ricostruzione del nostro Paese dopo la distruzione della Seconda Guerra Mondiale, fino al mitico boom economico degli anni ’60, usando come escamotage proprio il simbolo del film, la macchina, una Lancia Aurelia B24S Spider del 1955, che in occasione dell’inaugurazione sosta nell’atrio del Museo di Roma. “Questa mostra nasce come una grande ‘bugia’, come bugiardo è il cinema: non c’è esposta nessuna immagine del film, una genialata dei nostri curatori usarlo nel titolo”, ha detto Roberto Cicutto, ad e presidente di Luce Cinecittà, alludendo alla metafora che il concetto di “sorpasso”, inteso come “corsa” verso il futuro, porta con sé. “Questa mostra è un veicolo straordinario per riavvicinare le persone, per capire quanto il popolo e la gente d’Italia conservino delle caratteristiche comuni. È un riunirsi e riconoscersi che ci auguriamo ci accompagni anche in futuro”, ha continuato Cicutto.
La mostra, promossa da Roma Capitale, assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, da Istituto Luce Cinecittà e Zètema Progetto Cultura, è curata da Enrico Menduni e Gabriele D’Autilia. Realizzata in collaborazione con il Comune di Parma e il CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma.
“La mostra racconta un’alchimia magica, quella per cui l’Italia ha compiuto la sua ricostruzione fisica e morale. C’era un consenso corale, in mezzo a differenze politiche: era l’Italia capace di superare i suoi stessi limiti”, ha spiegato Enrico Menduni. “Nel ‘46 tutto era distrutto, fisicamente e moralmente: la cosa straordinaria era che, in quel contesto doloroso, il Paese si mise a correre, da qui il concetto di ‘sorpasso’. Per questa mostra abbiamo pensato soprattutto ai giovani, che possono trovare in questa vicenda degli stimoli: era un Paese sfasciato ma ce l’ha fatta a riprendersi. C’è un ottimismo straordinario in questa esposizione, ci sono le risorse proprie di questo Paese, ma certo bisogna lavorare”, ha continuato il co-curatore, sostenuto in questo passaggio dalle parole di Federica Pirani, direttore di Palazzo Braschi, che ha annunciato come la mostra sia accompagnata anche da un contest, rivolto a giovani musicisti.
Si è poi immerso nel merito più strettamente fotografico Gabriele D’Autilia, co-curatore con Menduni: “Abbiamo potuto riabilitare fotografi senza nome: è una mostra fotografica, sulla fotografia vera e propria. Abbiamo voluto mettere insieme autori di grandissima fama e fotografie anonime: ci sono immagini magnifiche, di grandissima forza espressiva, completamente senza firma o industriali, semmai d’agenzia. L’intensità di queste immagini sta nel soggetto centrale, l’uomo, l’italiano più che l’Italia. È una mostra antropologica”.
Dal film di Dino Risi si entrò per sempre nel tempo moderno e contemporaneo. Vita politica e vita privata, lotte per il lavoro e rivoluzioni di costume, costruzione delle autostrade e dell’immaginario di cinema e tv: il cambiamento del paesaggio, delle forme, del volto di un Paese come non era accaduto per secoli. È così che la mostra, in una ennesima possibile declinazione delle tematiche, rinnova questo stesso spirito, grazie all’occhio umano e meccanico dei “lavoratori dell’immagine” dell’epoca: oscuri fotografi di agenzia, capaci di rappresentare in modo vivace, acuto e preciso le molteplici realtà del Paese. A Roma fino al 3 febbraio 2019 a Palazzo Braschi ma ha già una seconda data fissata a Parma, a Palazzo del Governatore, dall’8 marzo al 5 maggio 2019. Ulteriori info nel sito internet: www.cinecitta.com
E’ pubblicato da Meltemi il libro ‘Il futuro in bilico’, riflessione di Elisabetta Di Minico sul concetto di distopia, ossia sul “luogo cattivo”, tanto nella finzione letteraria, fumettistica e cinematografica, quanto nei percorsi storici e socio-politici degli ultimi 150 anni. Attraverso lo studio di opere fondamentali come 1984, Il mondo nuovo, Fahrenheit 451, Kallocaina, Il racconto dell’ancella e V per Vendetta, il testo “sfrutta” la distopia e la fantascienza per svelare provocatoriamente i sistemi di violenza e controllo e i processi di manipolazione e repressione che caratterizzano la società contemporanea, sia in contesti totalitari/autoritari, sia in realtà democratiche.
L’analisi comprende un’indagine sulle ragioni della violenza psico-fisica a cui l’autorità distopica sottopone i suoi cittadini, sull’uso del linguaggio, della cultura e dell’informazione come strumento di condizionamento, sui processi di sacralizzazione della politica e sulla trasformazione dello spazio in un mezzo di propaganda o intimidazione.
L’autrice ha studiato Letteratura e Storia Contemporanea presso la Sapienza Università di Roma e ha conseguito Cum Laude un dottorato in Storia Contemporanea presso l’Università di Barcellona. Fa attualmente parte del gruppo di ricerca HISTOPIA, coordinato dall’Università Autonoma di Madrid. I suoi studi hanno originato alcuni capitoli e articoli accademici e sono stati presentati in diverse conferenze presso università e istituti italiani e stranieri (Harvard University, University of Cambridge, University College Cork, etc.). Ulteriori info nel sito internet: www.meltemieditore.it