Gli aspetti irrilevanti di Paolo Sorrentino
Partendo dai ritratti del fotografo Jacopo Benassi, Paolo Sorrentino immagina l’esistenza delle persone immortalate, senza conoscere i loro nomi, le loro generalità, che cosa facciano o abbiano fatto. E il risultato è un libro in cui Sorrentino è straordinario nella capacità di alternare i registri e i contenuti, passando nel giro di una frase dal dolore al riso, dalla commozione all’ironia, raccontando senza soluzione di continuità storie d’amore, di solitudine e di amicizia, commedie, melodrammi, tragedie e farse. I personaggi del libro si dispongono così l’uno accanto all’altro e sembrano interagire a distanza, come le figure che compongono un grande affresco il cui soggetto è la vita stessa, figure non indispensabili se prese singolarmente ma fondamentali all’armonia e alla forza del dipinto. E chiusa l’ultima pagina, Gli aspetti irrilevanti appare per quello che è: un romanzo corale sull’esistenza umana. (fotografie Jacopo Benassi; Mondadori Editore pagg.187)
La Biblioteca Luigi Chiarini del Centro Sperimentale di Cinematografia ha di recente acquisito le prime sei annate, rilegate in ventitré volumi, del rotocalco Epoca, dal primo numero del 14 ottobre 1950 al giugno del 1956.Il settimanale edito dalla Mondadori sul modello dello statunitense Life, fu uno dei settimanali più venduti nel dopoguerra e si distinse nel panorama editoriale italiano per la grande attenzione conferita alla grafica, inizialmente curata da Bruno Munari. L’acquisizione va a integrare la raccolta posseduta dalla Biblioteca Chiarini, già completa per gli anni 1969-1990 e risulta di grande interesse per ricostruire la storia, il sapore e il modo di vivere degli italiani degli anni Cinquanta attraverso le inchieste di cronaca, i reportage fotografici sui fenomeni divistici, le rubriche dedicate agli avvenimenti di costume e spettacolo. Della prima redazione del settimanale fecero parte Enzo Biagi, Oreste Del Buono, Giovanni Spadolini e Cesare Zavattini: in particolare quest’ultimo ha ideato e curato la fortunata rubrica Italia domanda. Altro importante collaboratore della rivista fu Aldo Palazzeschi, a cui successe nel 1951 Filippo Sacchi, che mantenne la rubrica settimanale dedicata al cinema fino alla morte avvenuta nel 1971. Sacchi ebbe per successore il giornalista Domenico Meccoli, del quale la Biblioteca Luigi Chiarini conserva gli originali di molti articoli scritti proprio per quella rubrica. Di estrema utilità sono gli indici completi della rivista, disponibili con relativo motore di ricerca nel DVD di recente acquisizione. E’ possibile effettuare ricerche testuali su tutti gli indici dei volumi relativi alle annate 1950-1976 con oltre 1250 pagine di informazione e di individuare in modo puntuale e veloce le informazioni (argomenti, personaggi, nomi dei giornalisti) contenute nella rivista. Per ulteriori informazioni: www.fondazionecsc.it
La memoria del Cinema. Restauri della Cineteca Nazionale 2002-2016 , a cura di Sergio Toffetti, ci porta attraverso le ragioni e i modi della conservazione dei film e in particolare attraverso i film che la Cineteca ha salvato dal 2000 ad oggi, 45 muti e 176 sonori, da The soldier’s courtship, bacio movimentato in pubblico, del 1896, l’anno della nascita del Cinema, continuamente disturbato da una “signora rompiscatole”, attraverso Per un pugno di dollari di Sergio Leone e La nave delle donne maledette di Matarazzo, ad Anna di Grifi ed infiniti altri film. Ma… “i film da conservare devono essere capolavori o possono essere salvati in quanto testimonianze storiche?” (Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, Silvana Editoriale, pgg 224, €28)
Far dialogare la “storia” con la Storia, usando il Cinema come mezzo e la Critica come chiave di lettura: sono queste alcune delle idee da cui nasce il progetto Cinema e Storia, rivista annuale pubblicata da Rubbettino Editore, la cui edizione 2016 è dedicata in prevalenza agli Anni Cinquanta. Il decennio più lungo del secolo breve a cura di Elena Dagrada, che così scrive nell’introduzione: “questo numero di Cinema e Storia propone di far confluire sotto l’etichetta anni Cinquanta un arco di tempo superiore ai dieci anni che per convenzione compongono un decennio”. Propone, cioè, di considerare quegli anni come il decennio più lungo del secolo breve, facendoli cominciare già nel 1948.
Nella storia del cinema italiano gli anni Cinquanta si impongono come il decennio più lungo del secolo breve quindi: cominciano già nel 1948 e si prolungano compatti fino alle soglie del 1960. Il volume li racconta tutti, attraverso saggi tematici esaurienti. Una sezione intitolata Stile libero completa la rivista: libero nella forma e nella pluralità degli approcci, tale spazio ospita interventi di critici, studiosi e cineasti, interviste, recensioni, strumenti di studio, come un Osservatorio permanente sui film “storici” della stagione e una bibliografia critica annuale, slegati dal tema del numero monografico, ma sempre collocati lungo il filo rosso del binomio centrale.