È stato presentato a Bologna durante la XXXII edizione del festival Il Cinema Ritrovato nonché al più recente festival Ciné di Riccione il primo volume dedicato alla corrente artistica dei cartellonisti Pittori di cinema che, dal dopoguerra, hanno interpretato i film con manifesti cult. Infatti è proprio dal dopoguerra che l’industria cinematografica italiana ha avuto la necessità di coinvolgere gli artisti per illustrare e promuovere i propri film. Nacquero così i ‘pittori di cinema’. Il curatore, Maurizio Baroni è uno dei più noti appassionati e collezionisti dell’ambiente cinematografico italiano. La sua passione lo ha portato a raccogliere negli anni decine di migliaia di poster, locandine, flani, bozzetti e a conoscere e frequentare quasi tutti i 29 artisti pubblicati nel libro, oltre ad attori, produttori, registi. Racconta mezzo secolo di cinema attraverso manifesti, schizzi e bozzetti da lui appositamente selezionati, le numerose testimonianze dirette e alcuni gustosissimi retroscena, rivelando soprattutto il lato umano di questo particolare gruppo di artisti. Artisti autenticamente popolari, ma non popolareschi, che hanno dato prova di grande originalità e innovazione utilizzando stili diversificati e inconfondibili, grazie alla grande libertà espressiva e narrativa di cui potevano godere. Spesso considerati minori, essi sono stati tuttavia in grado di influire significativamente nell’immaginario collettivo. Il calligrafo Luca Barcellona si sofferma invece sull’altro elemento determinante dei poster di cinema, il lettering, mentre il graphic designer Andrea Mi si interroga sulla loro eredità, riflette su come e quanto queste forme compositive abbiano condizionato in seguito lo stile grafico e le suggestioni ad esso collegate. Infine la storica dell’arte Alessandra Cesselon presenta uno per uno i pittori, contestualizzando le loro opere nell’ambiente artistico dell’epoca, da lei vissuto in prima persona in quanto figlia di Angelo, uno dei suoi principali esponenti. Rifiuta per loro l’appellativo di ‘cartellonisti’ e rivendica una piena riabilitazione di quella che non esita a definire come una vera e propria corrente artistica. Il volume è rivolto a cinefili e collezionisti in genere, ma anche a graphic designer e illustratori, studenti e professionisti, quale documento storico per gli appassionati e insieme ispiratore per le nuove generazioni di comunicatori. I 29 pittori presi in esame sono: Manfredo Acerbo, Tino Avelli, Anselmo Ballester, Alessandro Biffignandi, Ercole Brini, Silvano Campeggi (Nano), Alfredo Capitani, Renato Casaro, Angelo Cesselon, Averardo Ciriello, Mario De Berardinis (Mos), Enrico De Seta, Renato Ferrini, Francesco Fiorenzi, Renato Fratini, Rodolfo Gasparri, Giuliano e Rinaldo Geleng, Piero Ermanno Iaia, Otello Mauro Innocenti (Maro), Carlantonio Longi, Dante Manno, Luigi Martinati, Giuliano e Lorenzo Nistri, Giorgio Olivetti, Arnaldo Putzu, Nicola Simbari, Sandro Symeoni. Prefazione di Gian Luca Farinelli, direzione Fondazione Cineteca di Bologna (anno 2018, 432pagg. edizioni Lazy Dog Press)
American Horror Story, mitologia moderna dell’immaginario deforme di Daniel Montigiani e Eleonora Saracino una delle serie tv di maggior successo degli ultimi anni, può essere considerata una sorta di enciclopedia visiva del lato oscuro dell’America, divisa (finora) in cinque, grandi capitoli: Murder House (2011), Asylum (2012), Coven (2013), Freak Show (2014) e Hotel (2015). Un progetto televisivo di grande suggestione, diventato ormai un cult, grazie anche al suo riconoscibilissimo marchio caratterizzato da una raffinata commistione di horror, grottesco, meló e camp. Un testo che si rivolge non soltanto agli addetti ai lavori o ai fan della serie ma anche a tutti coloro che amano la televisione d’autore che sempre di più sembra varcare i confini del piccolo schermo per sconfinare nel cinema e nella letteratura, attingendovi con evidente passione. (anno 2016, www.violaeditrice.it )