L’attore nel cinema italiano contemporaneo. Storia, performance, immagine
a cura di Pedro Armocida e Andrea Minuz
In che modo gli attori italiani di oggi definiscono le caratteristiche del nostro cinema? Quali modelli di recitazione propongono? Quali tipologie sociali o stili di vita rappresentano? Quanto orientano le scelte del pubblico? Che rapporto c’è tra l’idea di “nuovo cinema” e gli attori? Il volume analizza le performance di alcuni dei più significativi interpreti della scena contemporanea (Valeria Bruni Tedeschi, Margherita Buy, Pierfrancesco Favino, Fabrizio Gifuni, Valeria Golino, Valerio Mastandrea, Giovanna Mezzogiorno, Isabella Ragonese, Toni Servillo, Filippo Timi) e la costruzione dell’immagine divistica o antidivistica (Kim Rossi Stuart, Elio Germano, Riccardo Scamarcio, Luca Marinelli). Nell’ambito dei film studies italiani e della critica più sofisticata esiste ancora una forte sproporzione tra l’enorme mole di studi dedicati a registi, stili, generi, tendenze, e le ricerche che si concentrano sulla componente attoriale. Attraverso lo studio dell’attore e della sua immagine è possibile ridiscutere alcuni nodi decisivi della storia del cinema italiano: dalla definizione di uno star system domestico al rifiuto dei modelli divistici messo in atto dal neorealismo, dalla creazione di icone nazional-popolari (come gli attori della commedia all’italiana) alla cifra poetico-politica di antidivi come Anna Magnani e Gian Maria Volonté, fino ai significati contrastanti che assume l’attore nel cinema italiano contemporaneo. Il libro darà spunto ad una tavola rotonda alla presenza di altrettanti attori con la proiezione dei loro più significativi film durante la prossima edizione della 53.ma Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Pesaro (Marsilio Editore, pp. 288, 1° ed.2017 Saggi / CINEMA). Ulteriori info nel sito internet: www.marsilioeditori.it
Realismo Neorealismo e altre storie
Il volume, scritto da Emanuela Garrone, ripercorre le vicende storiche, artistiche e culturali italiane del secondo dopoguerra. Gli anni dal 1945 al 1952/53 sono quelli della ricostruzione morale e civile, prima che economica, del paese. In questo periodo storico gli intellettuali e gli artisti svolgono un ruolo di primo piano nella società, diventandone la coscienza critica attraverso correnti quali il Realismo letterario e figurativo e il Neorealismo cinematografico. Non sono fatti nuovi quelli che vengono analizzati, ma diverso è il punto di vista con cui si cerca di considerare opere, artisti e critici, focalizzando l’attenzione sul valore introspettivo dell’opera d’arte. Nel secondo dopoguerra il dibattito ideologico informava le coscienze degli artisti e degli intellettuali in tutto il mondo: in Italia il peso della politica e della filosofia d’ispirazione marxista era molto forte, tanto quanto il desiderio di reinserirsi nell’alveo della cultura europea e mondiale dopo il periodo dell’autarchia fascista che aveva isolato moralmente e culturalmente il nostro paese per vent’anni. L’arte allora divenne testimonianza storica, consapevolezza della realtà, autentico desiderio di verità e di sincerità, ma soprattutto bisogno di libertà e di apertura verso l’altro. Il libro approfondisce il dibattito allora dominante tra astrattisti e realisti mettendo in evidenza relazioni e intrecci del pensiero filosofico e critico. (2015, pagg. 320, Collana Discorso Figura di Mimesis Edizioni). Ulteriori informazioni nel sito internet: www.mimesisedizioni.it
Trailer e Film
di Martina Federico
Cosa emerge da un confronto dettagliato trailer/film? Attraverso cinquanta analisi, il libro intende indagare questo rapporto posizionandosi nell’inevitabile scarto tra i due testi, qui inteso come una domanda, posta dal trailer, a cui il film tenta di rispondere. La strategia di inclusione/esclusione delle scene e relativa combinazione messa in atto dal testo promozionale darà avvio a un tipo di dialogo di volta in volta diverso, a seconda della natura del trailer, che può essere “narrativa”, “antinarrativa”, e a metà strada tra queste due. Qui il trailer viene infatti indagato soprattutto dal punto di vista della storia che racconta rispetto al film di riferimento, secondo il parametro della chiarezza (comprensibilità di quello che mostra), della fedeltà (rispetto al film e dei loro possibili incroci. Lo studio presentato può essere letto come un tentativo di districarsi in un territorio disomogeneo attraverso la creazione di tipologie, categorie, qualche ipotesi su cosa può voler dire un trailer ben fatto, e finanche come un esperimento di critica cinematografica, un modo indiretto di parlare del film che, a partire dal trailer, ne metta in evidenza aspetti ulteriori arricchendone la lettura. (Editore: Mimesis, Collana: Mimesis-Cinema, 2017, 228 pagg.) Ulteriori info nel sito internet: www.mimesisedizioni.it