Cento anni fa nasceva Mario Verdone (1917-2017), studioso delle arti del Novecento, professore di Storia e Critica cinematografica, romanista attento ai cambiamenti della città eterna, nonché consuocero di Vittorio De Sica e papà di Carlo Verdone. In questa occasione la casa editrice Edizioni Sabinae ripubblica a settembre 2017, Moccoletti romani, una raccolta di articoli e curiosità romane. Ecco alcuni argomenti del volume: I moccoletti di Martedì Grasso; Carne levare; I Beatles all’Adriano; Una domenica al cinema; Piranesi e Orson Welles; Le Befane del Belli; I giullari tra circo antico e moderno. La pubblicazione del volume è possibile per gentile concessione dei figli Carlo, Luca e Silvia Verdone. Mario Verdone ha lasciato un segno profondo nel cinema, nel teatro e in molti studi sull’arte sperimentale del secolo passato : “Festa dei moccoletti era chiamata a Roma l’ultima sera di carnevale, quando la gente accendeva nel passeggio lungo il Corso dei piccoli ceri e cercava di spegnere quelli degli altri. È un gioco ricordato da molti visitatori stranieri divertiti nel vederlo e nel parteciparvi. Festa popolarissima, metteva in allarme nell’Ottocento la polizia papalina, timorosa di sommosse liberali: ma non venne impedita nemmeno come ricorda in più di un sonetto il Belli in quel famoso 1837 quando si vietò l’uso delle maschere per evitare disordini politici. Moccolo richiama, inoltre, nel linguaggio corrente situazioni e significati scherzosi (reggere il moccolo, ad esempio) e sta anche ad indicare, per antifrase ironica, bestemmia ed insulto. In bocca romana il moccolo, in tal caso, più che esprimere aggressività, come accade in varie parlate dialettali, sembra quasi stemperarla; diventa sovente interiezione confidenziale che definisce e sottolinea rapporti amicali e di simpatica convivialità” (prefazione di Tullio Tentori). Ulteriori informazioni nel sito internet: www.edizionisabinae.com