
Rana (Silvia D’Amico) e Marti (Daphne Scoccia) sono una coppia che fatica a sbarcare il lunario. Si inventano così, da un giorno all’altro, il mestiere di dogsitter, ma la loro ingenuità fa sì che al loro primo giorno il prezioso bulldog francese affidato loro da una ricca signora (Anna Bonaiuto) venga trafugato da un misterioso individuo con la scusa di farlo accoppiare con la sua cagnetta. E’ un sedicente veterinario (Edoardo Pesce) dallo strano cognome. Riavvolgendo il nastro dovranno scoprire il mistero che si nasconde dietro questo improbabile colpo. Il colpo del cane di Fulvio Risuleo – salito alla ribalta nel 2014 grazie al corto Lievito Madre, premiato a Cannes, e poi con l’esordio del 2017 Guarda in alto – è in sala dal 19 settembre con Vision Distribution. “Il film è strutturato in due parti asimmetriche – approfondisce il regista – la prima è un lungo preludio, la seconda una digressione sull’antagonista della prima parte. Entrambe le storie si svolgono nel tempo di un Week end e il film mostra prima una vicenda e poi l’altra. Entrambe le storie sono tematicamente collegate dall’idea che il denaro generi movimento. O meglio l’assenza di denaro spinge gli esseri umani a rischiare, sbagliare, mentire ma allo stesso tempo anche a vivere intensamente per migliorare la propria posizione. Il cane è quasi sempre l’oggetto del discorso. Nella storia si raccontano questi animali mostrandoli come merce al servizio degli uomini che li sfruttano economicamente. Ma non è un film di denuncia, l’interesse principale della regia è scavare nei vari personaggi e costruire dei ritratti sfaccettati e realistici. Le due storie rappresentano anche due punti di vista sulla stessa vicenda e hanno la funzione di mostrare come spesso delle scelte possano causare reazioni a catena difficili da controllare. La struttura è volutamente sbilenca, volevo viaggiare sull’emotività dei personaggi, senza basarmi su algoritmi narrativi precostituiti. E’ un film sui punti di vista e su come la realtà cambi a seconda di quello che assumiamo. Anche il genere non è unico: incrocio commedia, dramma, mistero e azione”. Il personaggio di Edoardo Pesce risulta centrale per questo originale scambio di prospettiva: “Si raccontano due lati dello stesso uomo. Abbiamo costruito un personaggio visivamente bizzarro ma che è stato diretto nella recitazione in maniera credibile. Il metallaro Orazio, apparentemente cupo e minaccioso, è in realtà un romantico insicuro”. Le ragazze invece “sono una coppia omosessuale molto affiatata. L’omosessualità non è un tema del film, è un suo contenuto. E’ un modo per superare ogni genere di discriminazione. Non faccio un film sul fatto che siano omosessuali, presento il dato come un fatto, e basta. Non conta per la trama. Ma per me i personaggi chiave restano gli animali: il cane, le pecore e il pappagallo. Selvatici, ammaestrati e umanizzati. Animali che convivono con gli uomini, ma fanno parte di un altro mondo, spesso li trattiamo come qualcosa di nostro e ci dimentichiamo che hanno anche loro una storia e un’identità. Non ho voluto esagerare con inquadrature troppo costruite, ho messo la regia al servizio della storia, essere troppo sopra le righe sarebbe risultato forzato”. Il film è stato realizzato con il contributo della direzione generale Cinema e Audiovisivo. Il video promozionale nel canale Cinemamibac su youtube. Ulteriori info nel sito internet: www.visiondistribution.it
Amici per la pelle, Antonio e Agostino crescono insieme in un piccolo paesino siciliano incastrato tra le montagne, sognando una vita diversa, altrove.Oggi trentenni, entrambi vivono all’estero e non si vedono, né si si sentono, da anni. Quando Antonio scopre che la sua casa natia, abbandonata da anni, sta per essere venduta all’asta, decide di partire per incontrare il suo amico d’infanzia con l’intento di coinvolgerlo per non farsi portare via quella casa alla quale anche Agostino è molto legato.
Le loro vite però sono cambiate profondamente. Vecchi conflitti e nuove rivelazioni li accompagnano in un viaggio attraverso l’Europa verso una fine inaspettata.Una storia generazionale alla ricerca di un posto che può chiamarsi casa, ovunque esso sia. Note di Regia: Drive me Home vuole raccontare l’emigrazione occidentale di tanti giovani insoddisfatti del posto in cui sono nati e cresciuti e che per questo ricercano un posto migliore “altrove”. Rispetto all’emigrazione che conosciamo e apprendiamo sui giornali di oggi relativa ai paesi mediorientali e africani, quella che racconto in questo film, invece, caratterizza i nostri giovani, gli europei, dettata da un’esigenza diversa: quella di colmare una insoddisfazione, un “vuoto” che molti si ritrovano a provare perché scontenti del luogo in cui si è nati.
I miei protagonisti Antonio, interpretato da Vinicio Marchioni, e Agostino, interpretato da Marco D’Amore, sono giovani profondamente soli, che come tanti, possiedono l’inevitabile desiderio di appartenere a una cultura diversa dalla propria o a qualcosa che potrebbe non esistere. Giovani anime perse alla ricerca di un’ancora di salvezza, alla ricerca di un valore che la nostra generazione fa fatica a riconoscere: quello delle proprie origini. Drive me Home racconta una storia di due amici per la pelle che si ritrovano dopo anni di silenzio e incomunicabilità, e grazie a un viaggio ritrovano il valore del confronto, cercando di rispondere alle loro domande: chi sono diventati oggi? Hanno trovato quello che cercavano dopo aver abbandonato la loro terra, una nuova “casa”?Attraverso un viaggio Drive me Home vuole restituire una riflessione su cosa vuol dire la parola “casa”, sul mondo contemporaneo, sul valore di un ritorno, appunto, a quello che può sembrare l’ancora di salvezza per il futuro: la terra. Il film realizzato con il contributo della direzione generale Cinema è prodotto da Inthelfilm, Indyca, Rai Cinema con il sostegno di MEDIA, Regione Lazio, Trentino Film Commission, Sicilia Film Commission, Film Commission Torino Piemonte. Drive me home opera prima di Simone Catania sarà nelle sale dal 26 settembre. Ulteriori info nel sito internet www.europictures.it. Il video promozionale nel canale Cinemamibac su youtube
L’Italia nel secondo dopo guerra è uscita dalla povertà grazie allo sviluppo industriale, che ha regalato al paese sogni e ferite. Oggi l’Italia vive una profonda crisi economica; cosa rimane di quella storia? Per capirlo Andrea Segre è entrato nel cuore di Marghera, la zona industriale di Venezia, una delle più grandi e più decadute del paese, spazio di grande fascino estetico sospeso tra terra e laguna, dove il progresso ha spesso offeso la natura. Seguendo le vite di operai, manager, camionisti e della cuoca dell’ultima trattoria della zona, il film prova a capire cosa è rimasto di quel grande sogno, oggi immerso nel flusso globale dell’economia e delle migrazioni. Il pianeta in mare di Andrea Segre prodotto da ZaLab, Rai Cinema, Istituto Luce Cinecittà con il contributo alla produzione e preproduzione e sviluppo della direzione generale Cinema già fuori concorso alla 76 Mostra Internazionale del Cinema di Venezia sarà in sala dal 26 settembre. Il video promozionale nel canale Cinemamibac su youtube. Ulteriori info: www.zalab.org e www.news.cinecitta.com
Si chiamavano Aquile randagie. Ragazzi del gruppo di scout di Milano e Monza continuarono a svolgere attività scout in clandestinità.Usando messaggi in codice e cifrati per non venire scoperti, quei ragazzi continuarono a ritrovarsi, utilizzando la Val Codera (provincia di Sondrio), per le attività clandestine, i campi estivi, i fuochi serali. Li guidavano Andrea Ghetti, del gruppo Milano 11, detto Baden, e Giulio Cesare Uccellini, capo del Milano 2, che prenderà il nome di Kelly, e che ebbe anche il soprannome di Bad Boy, affibbiatogli da J.S. Wilson, all’epoca direttore del Bureau Mondiale dello Scoutismo. Il fascismo non li ignorò: Kelly fu pestato a sangue da una squadraccia, in una notte d’autunno, e ci rimise l’udito da un orecchio.Ma questo non bastò a fermare le Aquile. Dopo l’8 settembre 1943, insieme a Don Giovanni Barbareschi e ad altri parroci milanesi, diedero vita all’OSCAR (Organizzazione Scout Collocamento Assistenza Ricercati) che si impegnò in un’opera di salvataggio di perseguitati e ricercati di diversa nazione, razza, religione, con espatri in Svizzera attraverso i boschi e i monti che nessuno conosceva meglio di loro. Il loro servizio si concluse proteggendo la vita, a guerra finita, ai persecutori di ieri, salvando per quegli stessi sentieri gerarchi nazisti che furono consegnati alle autorità svizzere per avere un giusto processo, dalla giustizia degli uomini. E’ la loro storia che vogliamo raccontare. Una storia di coraggio, di paura, di fedeltà e di ribellione. Perché cambiare il mondo si può. Aquile Randagie opera prima di Gianni Aureli prodotto da Finzioni Cinematografiche, con il contributo della direzione generale Cinema, distribuito da Istituto Luce Cinecittà, evento speciale al Giffoni Film Festival 2019. Nelle sale dal 30 settembre. Ulteriori info nel sito internet: www.aquilerandagiefilm.eu . Il video promozionale nel canale Cinemamibac su youtube. Ulteriori info nel sito internet: www.news.cinecitta.com