“E’ un anno di passaggio”, ha dichiarato subito il DG Cinema Nicola Borrelli, precisando che “i numeri del cinema italiano relativi all’anno 2017 sono connessi ad un periodo in cui sono stati elaborati i decreti attuativi della Legge Cinema” per cui questa non ha avuto alcun impatto sulla numerazione presentata nell’incontro dedicato, che si è svolto il 4 settembre u.s. presso l’Italian Pavilion. (SCARICA I DATI ANNUALI 2017) durante la 75.ma Mostra del Cinema di Venezia.
“Nell’anno appena passato sono aumentati il numero di film prodotti, inteso come numero di film che dal 1 gennaio 2017 hanno ottenuto il nulla osta per la proiezione in pubblico: 235 film (rispetto ai 223 dell’anno precedente). L’89% sotto direzione maschile, l’11% femminile: questa sperequazione nella nuova Legge prevede un equo equilibrio delle parti”, ha continuato Borrelli. In particolare, con riferimento a questo numero di film, si tratta al 74% di opere di finzione, 25% documentari e solo l’1% animazione. Fotografando una panoramica generale, Borrelli ha toccato punti differenti, restituendo una visione d’insieme della numerazione in questione, dettagliando alcune voci come: “Il volume di investimenti necessario, diminuito a 263 milioni di euro, rispetto ai 344 milioni del 2016. Le coproduzioni sono poi diminuite in modo consistente”. Continuando, il discorso si è spostato sulla suddivisione dei film per classi di costo, dove “salta agli occhi l’abbassamento forte di film sopra 2,5 milioni di euro: se ne contano 36, contro i 42 dell’anno precedente. Il trend dice che c’è un aumento del numero di film e una diminuzione degli investimenti connessi”. Rispetto invece alla modalità di copertura degli investimenti: “nella composizione, ha un forte calo l’apporto di investitori esterni, da 85 a 36 milioni. Sono venute meno alcuni prassi, non coerenti con lo spirito della Legge, se si cerca una lettura positiva”, ha continuato il Direttore, che registra anche come ci sia stata “una flessione nei film con contribuiti sovrannazionali: cosa naturale essendoci meno coproduzioni, dato strettamente connesso all’incertezza complessiva”. Passando al tema del Tax Credit, Borrelli ha poi detto che “riteniamo che film di ordinaria professionalità non abbiano motivo per non chiederla. Si fa notare come nella fascia di costo 800mila-1.500mila, il totale dei film lo abbiano ricevuto. Poi, in merito all’andamento del Credito d’imposta per produzioni che vengono a girare in Italia, registriamo un calo nel 2017: informazione invertita nel 2018, per cui abbiamo un problema opposto. Il numero di film che arrivano da noi si fa notevolmente superiore: un eccesso di successo che ci impone di intervenire da un punto di vista finanziario”, continua Nicola Borrelli. Per quanto concerne il mercato e la sala, si registra “un calo del 12% nel numero di presenze e incassi; in controtendenza positiva, abbiamo l’aumento netto della quota di film italiani (28%)”. Infine, ha chiosato Borrelli parlando delle opere audiovisive ammissibili, “aumenta il numero di opere, sia cinematografiche, che televisive, che web: prevalgono le fiction (60%). Su un totale di 106 opere, per 74 milioni di impegno economico, rientrano in questo conteggio anche progetti come L’amica geniale, presentata in anteprima alla Mostra del Cinema in queste giornate”.
Il moderatore dell’incontro, Gianni Canova, ha poi proseguito passando la parola a Michele Casula per i dati specifici relativi la fruizione e le sale, considerando la ricerca “Sale e Salotti” di cui si è occupato e per cui spiega che il rilevamento dice come “il 50% degli italiani, su base annua, frequentano le sale almeno una volta. C’è una leggera flessione nella percentuale del numero di biglietti acquistati, con un calo nel target under 45: questo fenomeno coabita con il consolidamento del fenomeno di Netflix&co. e con un aumento dei contenuti qualitativi delle generaliste. In realtà non racconta un declino dell’esperienza-sala: abbiamo assistito anzi ad un agosto con +25% e pochi mercati hanno una velocità di risposta quanto quello del cinema”. A questa riflessione, aggiunge Canova un dato empirico, sulla base di studi universitari in corso: “uno dei motivi per cui gli under 45 tirano il freno, è il tema della durata dei film: pare un film di 2/3 ore non lo reggano”.
L’incontro ha poi dato un sguardo anche ai dati di Italy For Movies, “il progetto lanciato lo scorso anno a Venezia, in collaborazione tra DG Cinema e DG Turismo, gestito da Luce Cinecittà in collaborazione con le Film Commission”, come ha ricordato Bruno Zambardino, che ha continuato precisando come “La finalità è accedere al Best Of di tutte le location italiane, accedere alle piattaforme finanziamento, oltre che ad una sezione news per informazioni sui set. Obiettivo è accrescere il grado di attrattività e visibilità dei nostri territori in chiave audiovisiva, anche per valorizzare i nostri beni culturali. Le tre grandi aree del progetto sono: il Catalogo, la Guida Incentivi e la Mappa film e itinerari a vocazione turistica. Questo per incrementare l’attrazione degli investimenti esteri, il ruolo delle Regioni, la promozione dell’Italia all’estero e i partenariati strategici. Lo stato dell’arte ad oggi, in termini di numeri, dichiara: 1300 location, 84 incentivi, 376 film e games e 101 news settimanali”.
Il punto finale, incluse le prospettive, è stato fatto da Lucia Borgonzoni, sottosegretaria con delega al Cinema. La senatrice ha detto che “abbiamo il compito di rivedere, e in parte fare, decreti per aggiustare le criticità: ho già fatto incontri con tutti gli attori del mondo che ruota intorno al cinema, con focus sulle singole problematiche. Uno dei primi punti sono le sale, che hanno la funzione di proiettare sì, ma anche funzione sociale, cosa da non dimenticare, anche per il nostro territorio”. Rispetto al discorso in questione, la Borgonzoni ha precisato quelli che sono i punti fondamentali, ovvero: “controllo delle sale rispetto alla popolazione e tutela delle sale nelle zone più isolate. Stiamo cercando – e per questo ringrazio gli Esercenti – di cercare e trovare soluzioni. Arriveremo poi a stanziare fino a 3milioni di euro per i cinema negli ospedali. Come anche siamo impegnati nel far ritrovare la passione per riportare la voglia di andare in sala. L’altra grande sfida è quella sulle grandi piattaforme, di cui stiamo discutendo: si è parlato della creatività, qualità e competitività italiane, entro fine anno dovremmo avere risposte. Faremo poi un tavolo perenne con il ministro Gian Marco Centinaio, per attrarre molto le produzioni straniere, non solo perché ci sfruttino come cartolina ma affinché investano nel nostro Paese. Non ultimo, come progetti speciali, dal prossimo anno inseriremo quello sulla violenza verso le donne”.
Sostanzialmente positivo il giudizio del ministro Bonisoli presente alla Mostra Internazionale per incontrare i giornalisti all’Italian Pavilion e rispondere alle domande, non solo sul cinema ma anche sui temi dei Beni culturali e sulle emergenze dell’attualità: sulla Legge Cinema del 2016, già espresso in altre occasioni, da rivedere solo per alcuni meccanismi operativi: “Forse vanno semplificate alcune modalità di applicazione”. Infine, ancora parole lusinghiere per gli studios di Cinecittà, visitati all’inizio di agosto: “Lì affluiscono soldi veri e produzioni vere, ci sono diverse società dagli Stati Uniti. Si tratta di una macchina produttiva con centinaia di persone che lavorano ad altissimo livello”. Sui Cinema Days è sembrato particolarmente sensibile alle richieste degli esercenti: “La politica deve ascoltare chi lavora, e ai gestori delle sale non è andato giù il cinema a due euro, su questo c’è stata un’insolita unanimità, diciamo che non ha funzionato, non serve. Un conto è l’entrata gratuita in un museo statale, che è cosa pubblica, altro conto l’ingresso in una sala privata. Il Tintoretto alla Galleria dell’Accademia è anche del cittadino ed è giusto che lo vedano tutti, compresi coloro che non hanno i mezzi. Per le sale penseremo ad altre forme di incentivazione”. Sul tema ha preso la parola anche Roberto Cicutto, presidente e ad di Istituto Luce Cinecittà, chiedendo misure di sostegno per la distribuzione delle opere prime e seconde prodotte con soldi pubblici.
Al Lido è stata firmata la Carta per la parità di genere, tra la Biennale e le associazioni delle donne del cinema, un tema toccato anche nei decreti attuativi della Legge con incentivi alla produzione femminile, ma su questo Bonisoli si è espresso in termini generali: “Roma l’ha scritto un uomo ma non potrei immaginare un film migliore sulla condizione femminile. Questa è la risposta che posso dare in questo momento”.
E sullo stato di salute del cinema italiano dà una valutazione positiva: “Ho trovato segnali di forza e competitività, il governo non promette misure protezionistiche ma aiuti a fare sempre meglio, giocheremo in attacco, non in difesa”. Tra gli spunti d’interesse del festival, cita la sezione dedicata alla realtà virtuale ospitata dall’isola del Lazzaretto Vecchio: “E’ interessante. Non oggi, ma tra qualche anno, forse vedremo uno di questi lavori nella sezione principale. Occorre trasferire queste innovazioni tecnologiche alla produzione corrente e il mio ministero può agevolare questo tipo di trasformazione”.
Tra le criticità da affrontare, in evidenza quella delle window e della distribuzione multipiattaforma, un tema molto sentito dagli addetti ai lavori, anche per le polemiche sulle uscite in contemporanea in sala e su canali Netflix. “Non disdegno l’ideologia, anzi la amo, ma quando è troppa rischia di fare più danno che altro. Ulteriori info nei siti internet: www.cinema.beniculturali.it e www.news.cinecitta.com