Fuocoammare di Gianfranco Rosi resta purtroppo senza Oscar, vinto nella categoria Miglior Documentario da O.J.: Made in America di Ezra Edelman e Caroline Waterlow. Premiati invece per il make up di Suicide Squad gli italiani Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini insieme a Christopher Nelson – Io sono italiano, questo Oscar è per tutti gli immigrati – ha dichiarato Bertolazzi ritirando l’Oscar. E’ di origine italiana, con padre calabrese e madre abruzzese, nato in Canada, anche il giovane Alan Barillaro, supervisore alle animazioni ai Pixar Animation Studios e premiato, insieme a Marc Sondheimer, per il suo Piper come Miglior corto di animazione.
È già stato detto: arrivare in cinquina agli Oscar ed essersi battuti in una categoria dove non c’è la differenza fra film di lingua inglese e non, significa essere stati preferiti a centinaia di titoli.
Ma bisogna anche sottolineare che quest’anno gli altri quattro ‘finalisti’ sono tutti molto sostenuti dall’industria americana e soprattutto da colossi come Netflix, che hanno investito milioni di dollari per promuovere la propria immagine attraverso la candidatura di un loro prodotto all’Oscar – così Roberto Cicutto presidente e AD di Istituto Luce Cinecittà commenta l’esito finale di Fuocoammare agli Oscar – ma se fosse solo una questione di danaro sarebbe inutile partecipare. Il valore di un film documentario riesce a imporsi ancor di più se aiutato prima da riconoscimenti importanti, come è successo a Fuocoammare: Orso d’oro a Berlino, Oscar Europeo, per citare i più significativi.
Il fantastico risultato raggiunto, la nomination, è merito del film e quindi del suo regista. Ma da soli non si arriva sempre in fondo. E in questo caso, più che in altre occasioni, il cinema italiano, a partire dall’attenzione della Direzione generale Cinema del MiBACT, ha saputo allearsi in un progetto comune cui si sono impegnati, oltre alla produttrice Donatella Palermo per Stemal Entertainment, ai coproduttori Istituto Luce-Cinecittà e Rai Cinema, il Ministero dello Sviluppo Economico con l’ICE, SIAE e Consulcesi Onlus, oltre al contributo alla Oscars Week dato dal Consolato Generale e dall’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles.
L’esperienza acquisita, continua Cicutto, negli ultimi anni da Luce-Cinecittà con la collaborazione di ICE nella promozione del nostro cinema negli USA ha dimostrato che il sistema messo in atto dà i suoi frutti, e va dato atto ai collaboratori americani, da chi ci supporta nel progetto ‘Cinema Made in Italy’, ai press agent selezionati nel corso degli anni, di aver messo la ciliegina sulla torta con una promozione mirata che ha saputo ottimizzare i fondi messi a disposizione, ma soprattutto arrivare al cuore di quelli che di Fuocoammare sono diventati ambasciatori nel mondo.
In un comunicato stampa, il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini ha rilasciato una dichiarazione sui risultati degli Oscar. “A Los Angeles – ha detto – con Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini ha vinto il cinema italiano, il lavoro e la professione di chi rende possibile la magia della settima arte. L’Italia è orgogliosa di questo Oscar così come della nomination del documentario Fuocoammare di Gianfranco Rosi che, con intelligenza e sensibilità, ha portato al centro della scena il tema globale della migrazione”.
Ulteriori informazioni su premiati e premi nel sito internet: www.oscars.org