ENRICO CARUSO THE GREATEST SINGER IN THE WORLD
Il documentario sulla carriera americana del grande tenore italiano

Fu il primo cantante della storia a vendere un milione di dischi, con l’aria “Vesti la giubba” dall’opera “Pagliacci”: al tenore Enrico Caruso sono dedicati gli appuntamenti di mercoledì 22 febbraio a Cinemazero di Pordenone e di giovedì 23 al Visionario di Udine, alle 18:30, a ingresso libero. Giuliana Muscio presenterà il suo documentario “Enrico Caruso.
The Greatest Singer in The World”, realizzato da L’Image per la Direzione generale per gli italiani all’estero del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
A Udine l’incontro sarà introdotto dal giornalista Gianpaolo Carbonetto. Nell’occasione Muscio, già docente di cinema all’Università di Padova e visiting professor all’Università del Minnesota e della California di Los Angeles, presenterà anche il suo libro “Napoli / New York / Hollywood” (Dino Audino editore), un’appassionata ricerca sull’impatto esercitato da attori, musicisti e registi italiani emigrati negli Stati Uniti sulla storia del cinema hollywoodiano e sui media americani tra il 1895 e il presente.
Il documentario racconta la carriera americana di Enrico Caruso, con uno sguardo nuovo che rivela la modernità del suo rapporto con i media e sottolinea il fondamentale contributo dei performer italiani emigrati nello sviluppo dell’industria dello spettacolo americana, attraverso materiali inediti.
Il film utilizza foto e documenti provenienti dalla collezione donata da Dorothy Benjamin, moglie americana di Caruso, al Peabody Institute di Baltimora, dalla ricca collezione del Metropolitan Opera Archive, dal Museo Enrico Caruso di Villa Bellosguardo (Firenze) e dagli home movies girati dalla famiglia del direttore d’orchestra Giulio Setti, conservati alla Fondazione Ansaldo, oltre a cinegiornali e al film muto “My Cousin” (1918), restaurato dalla Cineteca di Bologna, in cui Caruso interpreta due personaggi: il cugino emigrato a Little Italy e se stesso.
Oltre a ripercorrere l’approccio di Caruso ai media (stampa, industria musicale e cinema), il documentario si sofferma anche su come la sua notorietà e il suo successo contribuirono a modificare l’immagine degli immigrati italiani negli Stati Uniti. Tra il 1904 e il 1920, guadagnò quasi due milioni di dollari solo con la vendita dei suoi dischi. Dal 1909 incise anche canzoni napoletane, legittimando l’identificazione della musica popolare napoletana come espressione di italianità e creando un pubblico popolare e cosmopolita per la sua voce.
Nasce a Palazzo Reale di Napoli il Museo dedicato a Enrico Caruso
L’apertura è prevista per il 20 luglio 2023, nell’anno in cui si festeggiano i 150 anni dalla nascita del celebre tenore
Ministro Sangiuliano: “Enrico Caruso è un esempio eccelso del genio italico”

Il primo museo nazionale dedicato a Enrico Caruso, uno dei più grandi tenori di tutti i tempi che sorgerà a Napoli, a Palazzo Reale. Un unico grande spazio, la monumentale sala Dorica accoglierà non una semplice esposizione di cimeli ma una vera e propria stanza delle meraviglie, con animazioni in 3d e piattaforme multimediali, postazioni e installazioni musicali e cinematografiche, un caleidoscopio di effetti rivolto a un pubblico eterogeneo che coinvolgerà i bambini come gli appassionati, gli addetti ai lavori e visitatori da tutto il mondo.
L’apertura è prevista per il 20 luglio 2023, nell’anno in cui si festeggiano i 150 anni dalla nascita del celebre tenore, alla presenza di importanti autorità rappresentative dei forti legami di Caruso con gli Stati Uniti, quali il sindaco di New York e il direttore del Metropolitan Opera House.
“Enrico Caruso è un esempio eccelso del genio italico – afferma il Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano–capace di innovare nel solco della tradizione comprendendo in pieno come valorizzare il proprio talento nel segno della modernità.
Fu il primo cantante della storia della musica mondiale a capire e a utilizzare le immense potenzialità dell’industria discografica.
La popolarità globale della canzone napoletana è intimamente legata al suo nome – aggiunge il ministro – Il suo vissuto personale e il legame con Napoli hanno informato tutta la sua produzione creativa.
Ciò nonostante, Caruso ha avuto un rapporto tormentato con la propria città.
Egli – conclude Sangiuliano –portò Napoli nel mondo e ora Napoli, a centocinquant’anni dalla nascita, risana questo vulnus onorandolo con un museo che sorge nello stesso complesso del suo amato Teatro di San Carlo”.
I NUMERI DEL MUSEO CARUSO
2.000 documenti digitalizzati
1 milione di euro, donazione Luciano Pituello
14 collaborazioni
60 rari esposti originali (costumi, locandine, manifesti, fotografie, grammofoni, rulli e arredi originali)
1 cronologia omnia in tre volumi
500 metri quadrati spazio museo
11 tavoli e mappe digitali