
Fine anni Sessanta: Parigi, Londra, Milano vivono un fermento creativo, pulsano allo stesso ritmo, stelle della stessa costellazione culturale, che si ribella, si rinnova. Guido Crepax intercetta tutte le novità di una Milano in fermento, della rivoluzione che è anche estetica e li traspone nel suo fumetto, dove arte, musica, design, cinema e moda si contaminano rompendo e innovando gli schemi della narrazione. Valentina è il suo alter ego, la fotografa sognatrice diventa un’icona amata da più generazioni. Un viaggio alla scoperta del mondo visionario di Guido Crepax e della sua creatura più popolare. Frutto della Milano degli anni Sessanta e della creatività di un artista unico, che ne è oggi di Valentina? Attraverso un gruppo di studiosi, giornalisti, artisti, sceneggiatori e musicisti, il regista Giancarlo Soldi prova a ricostruire il significato di questa icona. Quello che emerge molto bene dalle interviste è quanto l’erotismo fosse la chiave, personalissima, attraverso cui Crepax interpretava il decennio della contestazione, certo che la nudità potesse avere un carattere rivoluzionario molto più dirompente di qualunque reclamo o gesto eclatante. In sala dal 12 febbraio prodotto da Bizef Produzione con il contributo della direzione generale Cinema. Già alle Giornate degli Autori – Notti Veneziane 2019. Il video promozionale nel canale Cinemamibac su youtube. Ulteriori info nel sito internet: www.bimfilm.com
In sala dal 15 febbraioCaterina di Francesco Corsi prodotto da Kiné, con il contributo della DGCinema – MiBACT, con il sostegno di Regione Toscana, in collaborazione con Associazione Culturale Bueno – Istituto Ernesto De Martino, Archivio del Movimento Operaio e Contadino della Provincia di Siena già in Concorso al Festival dei Popoli 2019 e Premio del pubblico MyMovies.it, Premio Gli Imperdibili. E’ il ritratto di una delle maggiori interpreti e ricercatrici del canto popolare tradizionale e contadino in Italia, Caterina Bueno. Il suo lavoro ha reso possibile il recupero e la diffusione di un vasto repertorio di canti, tramandato oralmente fino al ventesimo secolo e altrimenti destinato all’oblio a partire dagli anni ‘60. Una vita divisa tra ricerca e spettacolo ha portato Caterina a calcare i palchi nazionali e internazionali, rendendola una figura imprescindibile del mondo culturale dell’epoca e facendole incrociare il cammino con alcuni tra i più importanti intellettuali come Dario Fo, Pier Paolo Pasolini, Umberto Eco e artisti come Giovanna Marini, Fausto Amodei e Francesco De Gregori. Caterina rappresenta anche una parabola significativa della trasformazione sociale e culturale che ha subito l’Italia a partire dagli anni del boom e, più in generale, del rapporto di un Paese e di una comunità con la propria memoria storica e con la propria cultura. Il video promozionale nel canale Cinemamibac su youtube. Ulteriori info nel sito internet: www.doc.kine.it
Per cambiare vita non si è mai troppo vecchi. Questo almeno sperano Attilio, Giorgetto e il Professore, tre romani sulla settantina, variamente disastrati, che un giorno decidono di mollare la vecchia vita di quartiere e andare a vivere all’estero. All’estero dove?
È solo la prima di una lunga serie di questioni da risolvere, ma il Professore, in pensione dopo una vita a insegnare il latino, si annoia moltissimo, Giorgetto, ultima scheggia del popolo di Roma, non riesce ad arrivare a fine mese, e Attilio, robivecchi e fricchettone, vorrebbe rivivere le emozioni dei tanti viaggi fatti in gioventù. Sono tutti decisi a cambiare vita e ci riusciranno, anche se forse non nel modo che si aspettavano. Con Gianni Di Gregorio, Ennio Fantastichini, Giorgio Colangeli, Daphne Scoccia, Salih Saadin Khalid, Francesca Ventura, Silvia Gallerano, Iris Peynado, Galatea Ranzi, Roberto Herlitzka, Marco Felli, Giancarlo Porcacchia, Alessandro Bernardini, Michelangelo Ciminale, Alessandro Bertoncini, Simona Sorbello, Francesco Lagi, Riccardo Ciancarelli, Alberto Buccolini. Note di regia: L’idea di questo film nasce da una conversazione con Matteo Garrone, che conoscendomi profondamente mi stimolò a scrivere di un pensionato povero che è costretto ad andare all’estero per migliorare le sue condizioni di vita. L’idea mi folgorò e dopo tre anni di lavoro sono arrivato a scrivere prima un racconto, pubblicato da Sellerio e poi la sceneggiatura del film. Da questo spunto sono arrivato a parlare di un tema che mi sta molto a cuore: l’istinto buono, quello che abbiamo tutti, certo chi più e chi meno, ma tutti, io credo.
Mentre scrivevo queste storie individuali, la realtà delle cose e in questo caso specifico le tragedie in mare legate all’immigrazione, sono entrate prepotentemente nella storia. Ed è nato un nuovo personaggio, il vero viaggiatore dei nostri tempi, incarnato nel nostro film da Abu, un giovane africano arrivato in Italia con un gommone.
Ho avuto la fortuna di avere due grandi attori al mio fianco: Giorgio Colangeli ed Ennio Fantastichini. Ennio è stato un uomo e un attore straordinario, che nascondeva dietro la sua spumeggiante leggerezza una grande tensione artistica e morale e ha trasformato il suo personaggio in un archetipo. Per tutti noi che abbiamo fatto questo film è un’enorme assenza. Prodotto da BiBi Film Tv, Le Pacte, Rai Cinema con il sostegno di Regione Lazio, Unione Europea e il contributo della Direzione Generale Cinema. Già a Les rencontres du Cinéma italien à Toulouse 2019: Événements; Torino Film Festival 2019: Festa Mobile. In sala dal 20 febbraio. Il video promozionale nel canale Cinemamibac su youtube. Ulteriori info nel sito internet: www.parthenosdistribuzione.com
Toni, figlio di una emigrante italiana, respinto in Italia dalla Svizzera dove ha trascorso un’infanzia e un’adolescenza difficili, vive per anni in una capanna sul fiume senza mai cedere
alla solitudine, al freddo e alla fame.
L’incontro con lo scultore Renato Marino Mazzacurati è l’occasione per riavvicinarsi alla pittura, è l’inizio di un riscatto in cui sente che l’arte è l’unico tramite per costruire la sua identità, la vera possibilità di farsi riconoscere e amare dal mondo.
“El Tudesc,” come lo chiama la gente è un uomo solo, rachitico, brutto, sovente deriso e umiliato, diventa il pittore immaginifico che dipinge il suo mondo fantastico di tigri, gorilla e giaguari, stando sulla sponda del Po.
Sopraffatto da un regime che vuole “nascondere” i diversi e vittima delle sue angosce, viene richiuso in manicomio. Anche lì in breve riprende a dipingere.
Più di tutti, Toni dipinge se stesso, come a confermare il suo desiderio di esistere al di là dei tanti rifiuti subiti fin dall’infanzia. L’uscita dall’Ospedale psichiatrico è il punto di svolta per un riscatto e un riconoscimento pubblico del suo talento. La fama gli consente di ostentare un raggiunto benessere e aprire il suo sguardo alla vita e ai sentimenti che sempre aveva represso.
Le sue opere si rivelano nel tempo un dono per l’intera collettività, il dono della sua diversità. In Concorso alla 70.ma Berlinale nel cast uno strepitoso Elio Germano. Prodotto da Palomar, Rai Cinema con il sostegno di Regione Emilia Romagna, in associazione con Coop Alleanza 3.0., Demetra Formazione, Finregg con il contributo della direzione generale Cinema. Il video promozionale nel canale Cinemamibac su youtube. Ulteriori info nel sito internet: www.01distribution.it . In sala dal 27 febbraio.