L’Ombra di Caravaggio, in questi giorni nelle sale, è il ritratto che Michele Placido fa del grande artista immergendolo nell’Italia 1600 e provando ad immaginare alcuni frammenti della sua avventurosa e intricata esistenza.

Sono due le ambientazioni principali del film: a Roma, Caravaggio vive orientativamente tra il 1592 e il 1606, anno dell’uccisione di Ranuccio Tomassoni, per il quale è condannato a morte è costretto alla fuga a Napoli.
di Monica Sardelli
Dopo aver appreso che Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, usa nei suoi dipinti sacri prostitute, ladri e vagabondi, papa Paolo V commissiona un’indagine a un agente segreto del Vaticano per decidere se concedere la grazia che il pittore ha richiesto dopo la sentenza di condanna a morte per aver ucciso in duello un suo rivale in amore.

Così l’Ombra, questo il nome dell’investigatore, inizia a indagare sul pittore avendo nelle sue mani potere di vita o di morte sul destino di un genio.
Oltre a Riccardo Scamarcio nei panni dell’artista e Louis Garrel in quelli dell’Ombra, il cast comprende tantissimi volti noti, tra i quali Isabelle Huppert, Micaela Ramazzotti e lo stesso Placido, che si cuce addosso il ruolo del cardinale Francesco Maria Del Monte.
Le riprese laziali hanno coinvolto, oltre a Roma, anche alcune zone della Tuscia, in particolare Sutri, Nepi e il Castello Ruspoli di Vignanello. Nello Stato Pontificio si svolge dunque la prima parte della narrazione temporale del film, richiamata da continui flashback in cui si evidenzia l’ossessione dell’artista per la ricerca del “vero” negli sguardi, nelle espressioni e nelle pose più intense dei volti e corpi di prostitute, ladri e vagabondi.
Il suo pennello “rapisce” uomini e donne dalla Suburra o dalla Chiesa di Santa Maria in Vallicella di Filippo Neri e li riscatta da una vita insignificante e anonima innalzandoli a santi e madonne, al cui cospetto anche i grandi della Chiesa sono costretti ad inginocchiarsi.
Questa continua ricerca porta il rissoso Michelangelo a frequentare assiduamente taverne e donne di strada: i sotterranei delle Terme di Caracalla sono buie e sporche vie cittadine, cloache a cielo aperto brulicanti di cosiddetti “ultimi”; nei teatri di posa di Cinecittà rinascono lo studio dell’artista, le osterie, le chiese e le fortezze, le strade di Roma.

Il fascino e la fama di Caravaggio tuttavia entrano anche nei palazzi della nobiltà e del potere e colpiscono figure di alto rango come Costanza Colonna (Isabelle Huppert) o il cardinale Francesco Maria Del Monte (Placido): in alcuni ambienti di Villa Chigi è stata ricostruita la dimora del Colonna, a Palazzo Chigi di Ariccia è stato allestito lo studio del cavalier d’Arpino, maestro e rivale di Caravaggio, così come alcuni ambienti di Palazzo Colonna e del palazzo del cardinale Del Monte, a Villa Aldobrandini di Frascati vengono ripresi alcuni dei contestati dipinti del grande artista. Ariccia ha contribuito alle riprese anche con piazza di Corte e via dell’Uccelliera.
A Napoli il pittore visse tra il 1606-1607, frequentando i quartieri Spagnoli, e poi nel 1609-1610, prima di ripartire e trovare la morte. Il capoluogo partenopeo ospita sia scene ambientate nella città riportata indietro al Seicento che altre che riguardano la sregolata vita romana del pittore.
Presso il complesso monumentale di Santa Maria La Nova vengono inscenate la lite con il pittore Giovanni Baglione (Vinicio Marchioni) e il bacio di addio tra Caravaggio e il suo assistente sul finale del film (in questo caso, il portale preceduto da un’imponente scalinata da cui si vedono entrare i due uomini è quello della Basilica di San Domenico Maggiore).
Il chiostro di Santa Maria La Nova è invece La Vallicella, dove, tra i vari personaggi accolti e sfamati da Filippo Neri, l’artista incontra Lena Antonietti (Micaela Ramazzotti), una prostituta che le farà da modella e amante.
Altri set sono stati allestiti nei sotterranei di Napoli, principalmente alla galleria Borbonica: qui si trova la prigione romana dove Caravaggio ha un intenso colloquio con Giordano Bruno (Gianfranco Gallo), destinato da lì a qualche ora ad essere bruciato come eretico a Campo de’ Fiori.
Alcuni scorci della galleria sono gli archivi dove l’Ombra fa le sue ricerche (vengono utilizzati anche gli interni del Teatro Instabile in vico Fico Purgatorio ad Arco, nel centro storico) e dove incontra e schiaffeggia il fratello di Ranuccio.
L’ipogeo sottostante la Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco ospita la scena in cui Caravaggio ferito incontra Anna che le si presenta come l’angelo: il suo corpo martoriato sarebbe impresso nel dipinto La morte della Vergine, una delle opere più controverse e “vive” dell’artista.
Il complesso della Certosa e museo di San Martino fa da sfondo alle scene in cui è protagonista Paolo V (Maurizio Donadoni), in particolare quella in cui il papa affida all’Ombra l’incarico di indagare su Caravaggio, ma anche quella in cui l’artista deve rispondere all’Inquisizione.
Tra i due soggiorni napoletani il film documenta un viaggio a Malta, in cui l’artista visse protetto dai Cavalieri della Croce di Malta. A questo periodo fanno riferimento alcune scene ambientate in sotterranei ricostruiti a Castel dell’Ovo (Napoli). (in collaborazione con www.italyformovies.it)