A Torino 36 in concorso c’è Ride, tra le 15 opere prime, seconde o terze in competizione; L’opera prima di Valerio Mastandrea sarà nelle sale il prossimo 29 novembre distribuito da 01 distribution con Chiara Martegiani, Renato Carpentieri, Stefano Dionisi prodotto da Kimerafilm e Rai Cinema e realizzato con il sostegno della direzione generale Cinema.
133 i lungometraggi proposti dal direttore artistico Emanuela Martini, affiancata da Massimo Causo (sezione Onde) e Davide Oberto (TFF doc, Italiana.corti), e dai selezionatori Pier Maria Bocchi, Chiara Borroni, Federico Gironi, Enrico Magrelli e Federico Pedroni:
36 le opere prime e seconde, 34 le anteprime mondiali, 23 quelle internazionali, 59 le italiane. Festa mobile è ricchissimo di titoli nazionali tra i quali due film proposti dalla Torino Piemonte Film Commission: Drive Me Home di Simone Catania e Il mangiatore di pietre di Nicola Bellucci con Luigi Lo Cascio entrambi realizzati con il sostegno della direzione generale Cinema. In programma sempre in Festa Mobile anche Ovunque proteggimi di Bonifacio Angius mélo intrecciato con il road movie e tra i film del TorinoFilmLab un altro film realizzato con il sostegno della direzione generale Cinema L’ospite di Duccio Chiarini una coproduzione Italia Francia Svizzera e vincitrice del Fondo bilaterale di cosviluppo Italia Francia. Nella sezione Italiana corti anche Per tutta la vita di Roberto Catani realizzato con il contributo della direzione generale Cinema.
Presidente della Giuria del Concorso il regista cinese Jia Zhang-ke, Leone d’oro per Still Life, gli altri giurati sono la produttrice italiana Marta Donzelli, il regista portoghese Miguel Gomes, il boss di Imdb Col Needham (UK), il regista austriaco Andreas Prochaska.
L’immagine del 36° edizione del Torino Film Festival, dal 23 novembre al 1° dicembre, è dedicata a una delle grandi dive del ventesimo secolo: Rita Hayworth, il cui centenario della nascita è ricorso il 17 ottobre scorso ed è tratta da Non sei mai stata così bella, il suo secondo film interpretato insieme con Fred Astaire, diretto nel 1942 da William A.Seiter. “Rita più che Gilda; la ballerina vitale e agilissima che danzò con Fred Astaire e con Gene Kelly, più che la sirena sinuosa e pericolosa, simbolo della dark lady nell’immaginario collettivo – dichiara Emanuela Martini – la ragazza che sapeva essere una commediante più che l’icona sexy la cui foto fu appiccicata sulla bomba sganciata sull’Atollo Bikini. Senza dimenticare Gilda, è soprattutto a questa Rita che il Torino Film Festival rende omaggio nell’anno del centenario della sua nascita”.
Sul fronte internazionale troviamo titoli molto attesi come The White Crow di Ralph Fiennes, Pretenders di James Franco, Blaze di Ethan Hawke, Colette di Wash Westmoreland, Dovlatov di Aleksey German jr. Nella sezione Onde si segnalano, fra i tanti, Dulcinea di Luca Ferri e Ifigenia in Aulide di Tonino De Bernardi.
Tra i documentari Bulli e pupe di Steve Della Casa e Chiara Ronchini e I nomi del Signor Sulcic di Elisabetta Sgarbi, entrambi targati Luce Cinecittà.
Sarà Pupi Avati il Guest Director del 36° Torino Film Festival. Il regista, sceneggiatore e scrittore bolognese presenterà una sezione intitolata “Unforgettables”, cinque titoli che mescolano musica e cinema, due sue grandi passioni. Pupi Avati sarà a Torino nei giorni del festival e introdurrà le proiezioni dei film che ha scelto: The Glenn Miller Story di Anthony Mann, The Benny Goodman Story di Valentine Davies, Bird di Clint Eastwood, Trentadue piccoli film su Glenn Gould di François Girard e il suo Bix. Quest’ultimo è stato selezionato dalla direttrice artistica del festival Emanuela Martini. “Unforgettables” si collega idealmente alla mostra su cinema e musica in corso al Museo Nazionale del Cinema: “Soundframes” inaugurata il 26 gennaio 2018 e che proseguirà fino al 7 gennaio 2019.
Lunga vita a Ermanno Olmi! è il titolo dell’omaggio del festival al regista, scomparso lo scorso maggio. Si tratta di un’intera giornata in cui saranno proposti film, documentari, materiali rari o inediti, incontri con ospiti speciali, testimonianze di collaboratori, allievi e ammiratori eccellenti e molte altre iniziative, per ricordare l’attualità e la vitalità di uno dei maestri del cinema moderno, che continua a porsi come esempio per il rigore morale e la perfezione formale. Ad accompagnare le proiezioni e gli ospiti della giornata sarà un amico e storico collaboratore di Olmi, il regista Maurizio Zaccaro. “Lunga vita a Ermanno Olmi!” è organizzato dal Torino Film Festival e dal Museo Nazionale del Cinema in collaborazione con Rai Cinema, Rai Teche,Istituto Luce Cinecittà e la famiglia Olmi.
Powell & Pressburger e Jean Eustache, a loro sono dedicate le due retrospettive della 36a edizione del Torino Film Festival. Tra i più grandi visionari della storia del cinema, l’inglese Michael Powell (regista e produttore) e l’ungherese Emeric Pressburger (scrittore) hanno costruito tra la fine degli anni ‘30 e l’inizio degli anni ‘60 lo spettacolo cinematografico perfetto, quello che parla all’inconscio degli spettatori. Il cinema di Powell & Pressburger, “gli Arcieri” del desiderio, della passione, dell’eccesso (così si chiamava la loro compagnia di produzione, The Archers), ha affascinato e influenzato i giovani Scorsese, De Palma e Coppola.
La retrospettiva presenta i 20 film che hanno realizzato insieme, dall’eccentrico film bellico per il quale Pressburger vinse un Oscar (49° Parallelo) all’affresco romantico molto amato da Bertrand Tavernier (Duello a Berlino), dal viaggio ossessivo nella passione di Narciso nero agli andirivieni “lisergici” nell’aldilà di Scala al Paradiso, dalla dannazione artistica di Scarpette rosse al lussureggiante demonismo di I racconti di Hoffmann. Insieme a questi, alcuni dei film diretti dal solo Powell, compreso il capolavoro maudit L’occhio che uccide.
La seconda retrospettiva è dedicata a Jean Eustache, “fratello minore” della Nouvelle Vague che esordì nel 1963 con il cortometraggio incompiuto La soirée e divenne poi autore di numerosi mediometraggi e di film quali Mes petites amoureuses, Une sale histoiree, nel 1973, La maman et la putain, capolavoro sull’inefficacia della parola e sulla vaghezza dei sentimenti, sui vuoti, sui corpi e sull’indispensabile moralità del cinema. Autore spesso emarginato dall’industria, meno compiacente e più “crudele” dei maestri della Nouvelle Vague, innamorato del rigore di Bresson e del vigore di Renoir, Eustache non ha mai smesso di interrogarsi sulla dinamica tra l’apparente realismo della sua macchina da presa inquisitiva e la finzione che entra in gioco non appena la cinepresa comincia a girare, tra l’autobiografia e la rappresentazione. Il suo malessere e la sua forza analitica hanno influenzato cineasti contemporanei come Assayas, Denis, Desplechin, Jarmusch. La retrospettiva presenterà tutti i suoi film.
Sarà The Front Runner diretto da Jason Reitman, con Hugh Jackman, Vera Farmiga, il premio Oscar® J.K. Simmons e con Alfred Molina, il film di apertura della 36esima edizione del Torino Film Festival. Il regista presenterà al pubblico il suo nuovo film. Tratto dal libro “All the Truth Is Out: The Week Politics Went Tabloid” del giornalista e sceneggiatore americano Matt Bai, The Front Runner racconta la vicenda che nel 1988 vide protagonista il senatore americano Gary Hart. Candidato democratico alla presidenza, mentre era in piena corsa elettorale Hart vide sfumare qualsiasi possibilità di vittoria quando trapelò sui giornali la notizia di una sua ipotetica relazione extraconiugale con la modella Donna Rice Hughes. Per la prima volta il gossip sulla vita privata dei politici occupò le prime pagine dei giornali. The Front Runner uscirà nelle sale italiane il 21 febbraio 2019 distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.
Il film di chiusura sarà Santiago, Italia di Nanni Moretti. Il film-documentario racconta, attraverso le parole dei protagonisti e i materiali dell’epoca, i mesi successivi al colpo di stato dell’11 settembre 1973 che pose fine al governo democratico di Salvador Allende, e si concentra in particolare sul ruolo svolto dall’ambasciata italiana a Santiago, che diede rifugio a centinaia di oppositori del regime del generale Pinochet, consentendo poi loro di raggiungere l’Italia.Prodotto da Sacher Film, LePacte, Storyboard Media e Rai Cinema. Il film uscirà al cinema giovedì 6 dicembre distribuito da Academy Two.
Il Premio Maria Adriana Prolo va allo sceneggiatore Giorgio Arlorio e all’ex operaio, artista e filmaker Pietro Perotti. La parola chiave della sezione After Hours quest’anno è “apocalisse”.
Ulteriori info su programma ed eventi nel sito internet:
www.torinofilmfest.org