
Una commedia alla Mazzacurati tra le 15 pellicole della sezione competitiva Torino 37 che il Torino FF riserva a opere prime, seconde e terze che riescono a meglio esprimere le tendenze del cinema indipendente: Il grande passo, secondo lungometraggio di Antonio Padovan (Finché c’è prosecco c’è speranza) realizzato con il contributo della direzione generale Cinema che, come sottolinea il direttore del festival Emanuela Martini, ha sfruttato la forte somiglianza fisica di due interpreti del cinema italiano, Giuseppe Battiston e Stefano Fresi, per metterli nei panni di due fratelli, simili fisicamente ma del tutto diversi caratterialmente, figli di madri diverse che si incontrano solo da adulti. Nel momento in cui si avvicinano nasce in loro un’inaspettata complicità che li porta a decidere di realizzare, contro tutti, un’impresa impossibile: costruire in un fienile un missile per arrivare sulla luna e realizzare, così, il sogno di uno dei due, considerato un matto dalla piccola comunità in cui vive. Una commedia con forti riferimenti a Carlo Mazzacurati, ambienta nei suoi luoghi, che ripropone quei sentimenti autentici e delicati e quella vena malinconica tipici della sua poetica. Sempre in concorso anche l’esordio alla regia del figlio del premio Oscar Dante Spinotti, Riccardo, che insieme a Valentina De Amicis firma una pellicola sperimentale e misteriosa, Now Is Everything, produzione americana con un cast stellare, di cui Dante Spinotti è produttore e direttore della fotografia. Protagonista un giovane fotografo di moda, disperato per la morte di suo fratello minore e la scomparsa della fidanzata. Tra gli interpreti Ray Nicholson (figlio di Jack), Anthony Hopkins, la Madeline Brewer di The Handmaid’s Tale e la celebre modella Camille Rowe. Un altro film realizzato con il contributo della DGCinema Fuori concorso: una coproduzione Italia/Svizzera/Francia di Dugong Films, Rough Cat, Picofilms, con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte, Lombardia Film Commission, Tutto l’oro che c’è di Andrea Caccia con persone reali, che compiono gesti abituali, in uno spazio scenico – il Parco del Ticino, nel quale la realtà assume di volta in volta le sembianze della favola, del racconto poliziesco, del romanzo di formazione, dell’apologo morale. Un viaggio nel labirinto dell’esistenza. Alla ricerca dell’oro che si cela in ognuno di noi. Il video promozionale nel canale KVIFF su youtube
Tra gli italiani in Festa Mobile, oltre a Tommaso di Abel Ferrara e Nour di Maurizio Zaccaro che racconta un episodio della vita di Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa diventato simbolo di accoglienza e solidarietà, interpretato da Sergio Castellitto; Tre i film realizzati con il contributo della direzione generale Cinema: il nuovo film di Gianni Di Gregorio, Lontano lontano, che è anche l’ultimo interpretato da Ennio Fantastichini, una commedia aggraziata e malinconica su tre pensionati che sognano di andare a vivere in qualche posto esotico in cui la vita è meno cara; Magari di Ginevra Elkann, con Riccardo Scamarcio e Alba Rorwacher, racconta l’educazione sentimentale di tre ragazzini di genitori divorziati in uno strambo Natale degli Anni ’80, entrambi ; Simple Women di Chiara Malta, Jasmine Trinca è una regista folgorata, sin da adolescente dalla visione di Simple Men di Hal Hartley, e dal personaggio interpretato da Elina Löwensohn, che soffriva, come lei, di crisi epilettiche.
In Italiana.doc, oltre al documentario dedicato all’autore di Cristo si è fermato a Eboli, Lucus a Lucendo. A proposito di Carlo Levi (leggi l’articolo ), Fuori tutto di Gianluca Matarrese, I giorni e le opere di Francesco Dongiovanni, La nostalgia della condizione sconosciuta di Andrea Grasselli, Fango rosso di Alberto Diana, L’apprendistato di Davide Maldi.
In AfterHours il noir Un confine incerto di Isabella Sandri, inquietante ricostruzione di un’indagine sulla pedopornografia on line, durante la quale una poliziotta s’imbatte nel caso del rapimento di una bambina ma anche Paradise di Davide Del Degan che racconta l’imprevisto incontro tra due testimoni di mafia sotto protezione, entrambi i film sono stati realizzati con il contributo della direzione Cinema; una regista italiana che si confronta con il genere horror, Milena Cocozza, con Letto n.6 (prodotto dai Manetti Bros.), film di fantasmi e di antiche maledizioni sepolti tra le corsie di un ospedale pediatrico gestito da religiosi nei quali fa il turno di notte la giovane dottoressa interpretata da Carolina Crescentini. Nella sezione TFFDoc / Desiderio Mi sono innamorato di Pippa Bacca di Simone Manetti, sul viaggio di due donne e artiste in abito da sposa fino a Gerusalemme, attraverso i paesi sconvolti dalle guerre. Pippa Bacca e Silvia Moro volevano dimostrare che dando fiducia al prossimo si riceve solo bene. Questo era il loro intento quando, l’8 marzo del 2008, erano partite da Milano con l’obiettivo di mettere in scena una performance itinerante nel segno della pace. Ma durante quell’esperienza Pippa Bacca morì tragicamente, violentata e uccisa da un uomo che le aveva dato un passaggio. Tra gli omaggi la giornata dedicata a Mario Soldati, scrittore, regista, sceneggiatore, autore televisivo, di cui verranno presentati tre dei suoi più bei film (Malombra, Fuga in Francia e La provinciale) e una serie di spezzoni ed episodi delle sue serie televisive, delle sue inchieste giornalistiche, delle sue interviste.

Il programma del festival, con 149 lungometraggi, tra cui 45 anteprime mondiali, è tutto da scoprire con un’edizione all’insegna dell’horror, la numero 37 del Torino Film Festival (22-30 novembre). A partire dalla locandina, con l’occhio inquietante di Barbara Steele, l’attrice britannica consacrata da Mario Bava con La maschera del demonio, chiamata da Roger Corman per Il pozzo e il pendolo accanto a Vincent Price, ma scelta anche da Federico Fellini in 8½ e da Mario Monicelli in L’armata Brancaleone. La seducente Mistress of Night, oggi lucida e gagliarda 82enne, sarà ospite del festival dove riceverà il Gran Premio Torino. Di lei Clive Barker ha scritto: “una delle poche attrici capace di far vedere sia la distruzione che il piacere nello stesso paio di occhi”. Ma anche la nuova sigla del festival diretto da Emanuela Martini va nella stessa direzione, giocando con pipistrelli e ville stregate. Così la retrospettiva Si può fare! L’horror classico 1919-1969, che spazia nei territori del genere proponendo 35 film da Il gabinetto del Dr. Caligari di Wiene a Dr Jekyll & Sister Hyde di Roy Ward Baker, passando per Mario Bava e Riccardo Freda, Polanski e la factory Hammer, senza dimenticare Hitchcock e il Toby Dammit di Fellini.
Tra i titoli da non perdere il film di chiusura Knives Out, indagine su un delitto condotta da un investigatore privato che ha il volto di Daniel Craig, mentre il film d’apertura è Jojo Rabbit di Taika Waititi, satira graffiante del nazismo dal romanzo di Christine Leunens. Beats di Brian Welsh, che riceverà il Premio Hamilton, è un coming-of-age nella Scozia del 1994; The Good Liar di Bill Condon vede Helen Mirren e Ian Mckellen per la prima volta insieme sullo schermo nella storia intricata di una truffa dagli esiti inattesi ai danni di una danarosa vedova. La gomera di Corneliu Porumboiu è un noir in piena regola che ci porta alle isole Canarie dentro al linguaggio cifrato della mala che comunica fischiettando in barba alla polizia. Mientras dure la guerra di Alejandro Amenabar si svolge nella Spagna del ’36 quando il filosofo Miguel de Unamuno, dopo aver aderito al franchismo, rimette in discussione le sue scelte. The Lodge degli austriaci Severin Fiala e Veronika Franz, già autori dell’acclamato Goodnight Mommy, è un thriller inquietante con al centro i piccoli Aidan e Mia, fratello e sorella che, a seguito della scomparsa della madre, vivono insieme al padre Richard e alla sua nuova compagna Grace.
Singolari le scelte del guest director Carlo Verdone, che propone cinque film che l’hanno emozionato tra cui Viale del tramonto di Billy Wilder e Ordet di Dreyer, “scelte di un cinefilo allevato dal padre, il grande critico Mario Verdone”, come precisa Martini. Il cui mandato scade il 31 dicembre. E mentre lei non nasconde che le piacerebbe “continuare ad accompagnare la crescita del festival”, il nuovo direttore del Museo Nazionale del Cinema Domenico De Gaetano annuisce: “è intenzione del MNC e della città potenziare il festival”. E annuncia la pre inaugurazione del 21 novembre con un concerto al Teatro Regio, primo atto di Torino Città del Cinema 2020 e celebrazione dei vent’anni del Museo alla Mole e della Film Commission Torino Piemonte. In programma le grandi colonne sonore con Pasquale Catalano, Pivio e Alessandro Molinari. Altra attrazione imperdibile del festival, che conferma un budget di 1 milione 900mila euro come l’anno scorso, stabile dopo i tagli avvenuti a partire dal 2008, è la personale di Teona Strugar Mitevska, talentuosa regista macedone che molti hanno scoperto alla scorsa Berlinale grazie a quel gioiellino di sarcasmo che è Dio è donna e si chiama Petrunya in uscita nelle sale italiane il 12 dicembre con Teodora. La cineasta, che sarà anche nella giuria presieduta da Cristina Comencini, dimostra “una varietà di stile che ne fa una giovane autrice da seguire e da scoprire”, per dirla con Emanuela Martini. Torino ce la farà conoscere meglio attraverso i suoi cinque film. Ulteriori info nel sito internet: www.torinofilmfest.org