Luca Manfredi, un libro per i 100 anni del papà

Un friccico ner core – I 100 volti di mio padre Nino. Con un libro, Luca Manfredi onora i 100 anni dalla nascita di suo padre, Saturnino nato a Castro dei Volsci il 22 marzo 1921. Il libro, nelle librerie dall’ 11 marzo – e negli store digitali, accompagna anche un’altra uscita letteraria nel nome di Manfredi, Alla ricerca di Nino Manfredi di Andrea Ciaffaroni, che esce il 18 marzo per Sagoma editore ed è stato realizzata grazie al supporto del Centro Sperimentale di Cinematografia, impreziosito da quasi 150 foto rare e molte inedite, provenienti anche dall’archivio personale della famiglia Manfredi. Il libro di Luca è un libro intimo, famigliare, gli occhi di un figlio che hanno guardato “I 100 volti…” del proprio papà, come recita il sottotitolo del libro, ma hanno guardato e quindi raccontano soprattutto un padre, seppur non uno qualunque, ma un artista eclettico e articolato come è stato Manfredi. Entrato nelle case di tutti gli italiani con la naturalezza di un amico di famiglia, Nino Manfredi ci ha stupiti, emozionati, fatti ridere e commossi in sessant’anni di carriera, dal primo trionfo a Canzonissima nel 1959 ai suoi più di cento film, per il grande e piccolo schermo, da Il padre di famiglia a Straziami ma di baci saziami e Pane e cioccolata, all’indimenticabile Geppetto nello sceneggiato televisivo Le avventure di Pinocchio di Luigi Comencini, senza dimenticare la sua prima regia, subito con echi internazionali: Per grazia ricevuta (1971), premio Miglior Opera Prima a Cannes. Saturnino Manfredi aveva mille qualità, ma anche tante debolezze, fragilità e paure: un impasto complicato di ingredienti umani, che hanno plasmato l’attore, il marito, il padre e il nonno, come racconta il figlio – regista e sceneggiatore, cinematografico e televisivo: Nino era un po’ come il pane casareccio della sua terra ciociara, compatto e saporito fuori, ma con tanti “buchi” nascosti al suo interno. Luca Manfredi narra un lato diverso, privato e intimo dell’artista, a tutto tondo.

Vincente Minnelli. La materialità del sogno di Daniela Turco, il nuovo volume della collana Le Torri pubblicato dalle Edizioni Fondazione Ente dello Spettacolo, sarà disponibile all’acquisto, in libreria e online, dal 10 marzo. Lo studio monografico riconosce a Minnelli la posizione che gli spetta: quella di un autore che ha saputo tracciare nei suoi film il disegno del tempo, il colore dei segni, la magia dei sogni. Nell’arco di tre capitoli (“La vita al lavoro”, “La verità in pittura”, “Tre sequenze”), Daniela Turco ripercorre l’affascinante percorso cinematografico del maestro del musical, esplorandone la vicenda artistica e l’universo poetico. Tra i più importanti registi della Hollywood classica, per oltre trent’anni in forza alla MGM, Minnelli ha saputo coniugare il senso per lo spettacolo del cinema americano con lo spessore della cultura europea: un’intuizione che ha guidato sempre la sua opera, classica e allo stesso tempo popolare, che gli ha conferito una profonda coerenza di sguardo e uno stile senza pari, tra verità e sogno. «Per Minnelli – scrive Turco – lo spettacolo è vita, qualcosa che penetra dentro la vita, la scuote e la fa cambiare». L’autrice approfondisce alcuni temi fondamentali dell’opera di Minnelli, sempre caratterizzata da una forte attitudine sperimentale: l’uso narrativo del colore, il dialogo con la storia dell’arte, la memoria del teatro come fonte d’ispirazione primaria, il ruolo essenziale del décor, le incrinature del tempo, le risonanze metalinguistiche, i riti di passaggio e le identità in divenire dei personaggi. Daniela Turco è laureata in Storia dell’arte contemporanea. Collabora dal 1988 alla rivista «Filmcritica»; ha scritto anche per «NoiDonne», «Fata Morgana», «Filmparlato». Ha pubblicato saggi in volumi monografici tra cui: Stanley Donen. Resistere all’evidenza (a cura di E. Bruno; Il Castoro, 1999), John Boorman. L’immagine smeraldo (a cura di E. Bruno e L. Esposito; Le Mani, 2005), Raoul Ruiz. Ruiz faber (a cura di E. Bruno; Minimum Fax, 2007). Per l’Enciclopedia del Cinema Treccani, ha curato diverse voci tra cui Chantal Akerman, Marco Bellocchio, Marguerite Duras e altri. Nel 2002, a sua cura è stato pubblicato Amos Gitai. Cinema forza di pace (Le Mani). Ha curato con altri il volume Senso come rischio. 60 anni di Filmcritica (Le Mani, 2010); nel 2016 ha curato il testo di Edoardo Bruno L’occhio probabilmente. Un percorso poetico-politico (manifestolibri). La collana Le Torri raccoglie i grandi autori della storia del cinema. Agile e stratificata al contempo, ogni monografia ripercorre la vicenda artistica e intellettuale dell’autore, reinterroga il suo universo poetico attraverso la disamina dei singoli film, isola gli stilemi compositivi, espressivi, tecnico-formali che caratterizzano la sua pratica filmica.L’ultima parte di ciascun volume è dedicata alla dettagliata analisi testuale di tre grandi sequenze capaci di restituire in modo esemplare i tratti distintivi del cinema dell’autore preso in esame. Corredano i volumi apparati filmografici e bibliografici. (Edizioni Fondazione Ente dello Spettacolo 2021, pp. 240 Prima edizione)