
La luce come compagna. Il cinema secondo
Giuseppe Pinori
Un breve omaggio a Giuseppe Pinori in occasione della
pubblicazione della sua autobiografia artistica ed esistenziale: La luce come compagna. Viaggi, incontri,
miracoli di un autore della cinematografia (Artdigiland, 2019). Un
libro scritto con la passione che lo ha sempre contraddistinto. Giuseppe Pinori, per tutti Pino, ha cominciato
giovanissimo a occuparsi di fotografia e di documentario, trovando un punto di
riferimento in Fernando Cerchio. Come operatore e direttore della fotografia ha
partecipato con Florestano Vancini, Ansano Giannarelli e Piero Nelli a
un’avventurosa stagione di documentari sul disagio sociale e sulle piaghe del
post-colonialismo. Il passaggio al lungometraggio e alla finzione è avvenuto
attraverso le esperienze nel cinema d’inchiesta con Italia proibita di Enzo
Biagi e dei fratelli Brando e Sergio Giordani, I misteri di Roma, film
collettivo di ascendenza zavattiniana, Italiani come noi di Pasquale Prunas, e
il fantasioso Le schiave esistono ancoradi Roberto Malenotti. Con I dannati
della terra di Valentino Orsini e Sotto il segno dello scorpione di Paolo e Vittorio
Taviani Pinori inizia il viaggio nel cinema d’autore, costellato da importanti
collaborazioni (Il rapporto di Massobrio, Melodrammore di Maurizio Costanzo,
Circuito chiuso di Montaldo, Ecce bombo di Moretti, Maledetti vi amerò e La
caduta degli angeli ribelli di Giordana, La festa perduta di Murgia, Copkiller
di Faenza), senza peraltro disdegnare incursioni nei generi (L’arciere di fuoco
di Ferroni, Decameron n° 3 e Canterbury proibito di Alfaro, Bada alla tua pelle
Spirito Santo! di Mauri, Contamination di Cozzi, I guerrieri dell’anno 2072 e
Murderock uccide a passodi danza di Fulci). Da anni si dedica a un ambizioso
progetto con Romano Scavolini, L’apocalisse delle scimmie. Ulteriori info sul
programma nel sito internet: www.fondazionecsc.it