All’ Egyptian Theatre di Los Angeles tutto esaurito e lunghi applausi per la première hollywoodiana di A Ciambra, il film scelto dall’Italia per la corsa alla nomination ai prossimi Oscar®, che ha inaugurato a Hollywood la 13.ma edizione di Cinema Italian Style. Il film, scritto e diretto da Jonas Carpignano che è cresciuto tra gli States e Gioa Tauro ed è stato premiato a Cannes alla Quinzaine des Realizateurs con il Label Europa Cinemas.
Ambientato nella comunità Rom di Gioia Tauro che dà il titolo alla storia, A Ciambra racconta la quotidianità un ragazzino quattordicenne Pio che segue e ammira il fratello maggiore Cosimo e da lui studia le basi per una formazione al furto e alla piccola delinquenza. E quando Cosimo e il padre vengono arrestati gli tocca assumere il ruolo di capofamiglia portando a casa i soldi per vivere. Carpignano, al termine della proiezione, ha raccontato com’è nata l’idea del film e come nel progetto sia entrato Martin Scorsese:
“Ho conosciuto questa realtà dopo il furto di un’auto con dentro tutte le attrezzature per girare e con i Rom di questa comunità di Gioia Tauro non c’è stata subito amicizia. Appena dopo il furto, infatti, ero furioso” ha detto il regista. “Ero entrato in quell’area per realizzare un cortometraggio che non sapevo a quel punto se sarei mai riuscito a finire…” Proprio da quel piccolo film breve è nato, poi, A Ciambra , film di formazione sui Rom di questa particolare comunità “e così ho cominciato a seguire Pio, il ragazzino protagonista del film, poi tutta la sua famiglia”. Con loro è nato un rapporto diventato ormai un’amicizia: “Lui è stato in qualche modo la mia porta di ingresso nella comunità, in quell’universo un po’ ‘fuori dal mondo’ di cui fanno parte. Io lo seguivo ma anche lui ha cominciato a seguirmi dappertutto, parlava poco e fumava sempre. Forse è stato lui a scegliermi e non io a scegliere lui”.
A Pio che ormai ha già 15 anni Carpignano ha fatto scoprire un mondo di cui neanche immaginava l’esistenza: “Ma per lui come per tutta la famiglia degli Amato, Cannes è stata una parentesi: già dopo l’anteprima del film alla Quinzaine non vedeva l’ora di tornare a casa, per lui va avanti la vita normale….” ha raccontato il regista che si sente molto vicino al cinema italiano, è cresciuto grazie a suo nonno con i film del neorealismo e ha visto i film di Visconti quando aveva otto anni: “quando è arrivato il momento di realizzare la mia opera prima ho capito che per me non c’era altra scelta che quella strada, anche se sono cresciuto in America nei multiplex tra i blockbuster e il cinema di Altman”.
E il rapporto con Martin Scorsese che da lontano comunque segue anche l’avventura della promozione americana? “L’ho incontrato durante il montaggio del mio film e mi ha dato vere e proprie lezioni anche su come bilanciare il rapporto tra cinema del reale e finzione. Ma l’incontro con lui mi ha cambiato la vita: sì, è lui il grande ambasciatore del mio film”.
La rassegna Cinema Italian Style, prodotto da Luce Cinecittà con American Cinematheque ha presentato dal 16 al 21 novembre film e cortometraggi selezionati da Laura Delli Colli, responsabile della direzione artistica della manifestazione: dieci titoli con, tra gli altri, Tutto quello che vuoi di Francesco Bruni, Ammore e Malavita dei Manetti Bros, Figli della notte di Andrea De Sica Cuori puri di Roberto De Paolis e con il cortometraggio, esordio alla regia di Claudio Santamaria, The Millionairs, prodotto da Gabriele Mainetti, presentato a Venezia, che Studio Universal, dopo quest’anteprima a Hollywood, trasmetterà sul suo canale il 27 novembre prossimo (alle 20.40 – Mediaset Premium).